Le dichiarazioni in conferenza stampa del tecnico italiano, alla vigilia del match valevole per la quarta giornata di Champions League
Sfida al suo passato per Carlo Ancelotti, che domani al Santiago Bernabeu affronterà il Milan per la quarta giornata di Champions League.
I Blancos, dopo aver saltato l’ultima sfida di campionato, sono pronti a tornare in campo con i rossoneri, per un match davvero speciale per il tecnico italiano, ma le attenzioni del tecnico sono soprattutto alla tragedia che ha colpito Valencia: “E’ stata una settimana tragica e siamo tristi – afferma Ancelotti in conferenza stampa -. Siamo vicini a Valencia e a tutti i paesi coinvolti, spero tutto possa risolversi presto. Vorrei anche sottolineare quanto sia difficile parlare di calcio, così come giocare. Noi siamo parte del paese e siamo molto toccati da quanto successo. Per rispetto di tutti, cercherò di fare una conferenza stampa semplice, perché non ho alcuna voglia di parlare di calcio nonostante la partita di domani sia per me speciale”.
Si prova così a parlare di calcio e di Milan, ma non è per nulla facile: “La testa è ovviamente al nostro lavoro. Ciò che è successo è terribile e non può non colpirci. Abbiamo preparato la partita perché siamo professionisti, ma tutti siamo stati chiari, nessuno avrebbe voluto giocare ma non decidiamo noi. Milan? Il sentimento che abbiamo adesso è quello di parlare il meno possibile di calcio. Lo facciamo, anche se con poca voglia. Ovviamente per me è una partita speciale contro il Milan, ma tutto passa in secondo piano”.
Ancelotti: “Non siamo quelli che comandano, ma lo spettacolo non sempre deve continuare”
Ancelotti spiega così perché non avrebbe voluto giocare Real Madrid-Milan: “Il calcio è una festa e una festa la puoi fare quando stai bene, quando la tua famiglia sta bene. Il calcio per me deve fermarsi, perché il calcio è la cosa più importante ma anche la meno importante”.
“Noi però ci siamo dentro, non siamo quelli che comandano – prosegue il tecnico italiano -. Lo spettacolo deve continuare si dice, ma non è sempre così. Noi siamo coinvolti, ma se vengono prese decisioni noi dobbiamo adattarci”.
Arriva anche una battuta sul Pallone d’Oro: “Il mio Pallone d’Oro me lo hanno dato l’1 giugno quando abbiamo vinto la Champions. Vinicius è come tutti noi. Fortunatamente non abbiamo giocato, abbiamo avuto tempo per preparare la partita e Vini si è allenato bene come sempre. Come sta mentalmente? E’ triste come noi, ma non perché non ha vinto il Pallone d’Oro. Lo è per quello che sta succedendo a Valencia”.