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Figc, a Roma si vota la modifica dello statuto: scintille Abete-Casini. Marani durissimo | CM.IT

A Roma si vota la modifica allo statuto federale, con la Lega Serie A che chiedeva autonomia e ha presentato degli emendamenti

Giornata importantissima per il calcio italiano. A Roma l’assemblea straordinaria Figc si occupa di votare la modifica dello statuto, con il particolare focus sull’autonomia della Lega Serie A tanto invocata da Casini, Lotito e De Laurentiis in primis in questi mesi in due richieste già formulate negli ultimi due anni. Presenti i rappresentanti, oltre che di Serie A, B, Lega Pro, Aia, Dilettanti, da Scaroni a Marotta, Lotito, Setti, Fenucci, Vitali (General counselor AS Roma), Pradé e tutti gli altri. In totale i numeri: il totale è di 283 votanti, 516.00 voti. Alle 12.30 gli accreditati sono 253 votanti, 461.69 voti.

Gravina – calciomercato.it

Parola a Gabriele Gravina, presidente Figc: “Un grande onore condividere un momento così importante. Abbiamo ritenuto giusto adeguare il nostro statuto alla ricerca di un equilibrio federale. Questa proposta è per rinnovare il patto federativo, piuttosto che un tentativo di prevaricazione del più forte sul più debole e sul più aggressivo. Starò sempre dalla parte chi cerca di spiegarsi, chi rifiuta l’arroganza con convinzione. Negli ultimi mesi ciò non è sempre avvenuto e dobbiamo essere onesti, abbiamo assistito a riunioni in cui il linguaggio e i concetti espressi non si sono ispirati a un fair play. È avvenuto di peggio, un avversario in federazione è diventato bersaglio di infamie e dossieraggi. Non mi riconosco in questa infamia, anzi mi vergogno per chi agisce così. Il loro obiettivo non è instaurare una comunicazione aperta e costruttiva. La nostra identità e comprensione crescono solo nel confronto rispettoso con l’altro, ed è il presupposto della responsabilità. Chi comprende agisce in buona fede, il calcio non appartiene a un presidente di club, di lega o di federazione, è un insieme di valori e non può riassumersi in una mera lotta di potere”.

“Ognuno è libero di operare secondo i propri principi ma con una cooperazione sugli obiettivi comuni. La prima frattura è stata generata all’interno del mondo del calcio, con organi al di fuori del sistema creando voragini che ora spetta a voi richiudere. In gioco c’è l’autonomia della nostra organizzazione. Voragini che hanno distolto dalle cose importanti. Personalmente non ho apprezzato l’interesse alle richieste della Lega Serie A legate a esercizi matematici, su un punto in più o in meno. Tutto il calcio avrebbe apprezzato che l’esercizio di tale tenacia fosse stato finalizzato a riconoscere le vere esigenze del calcio italiano. Tax credit, percentuale scommesse da destinare ai settori giovanili, sponsorizzazioni da betting, apprendistato, ammodernamento delle infrastrutture. Queste sono le problematiche da risolvere con urgenza da parte della politica, lasciando da parte esercizi matematici. Ho inteso da subito di accogliere le istanze della componente più rilevante, ma a fronte delle aperture è stato rivendicato qualcosa in più, andando oltre il ragionevole nel tentativo di mortificare qualcun altro. Autonomia non vuol dire stare immobili ma rispettare le regole. Bisogna sempre avere equilibrio tra le componenti principali, la partecipazione all’attività sportiva in tutte le sue forme e l’agonismo trasformato in spettacolo. In una piramide rovesciata, i conti finiscono per contare più dei volti, non sarebbe il simbolo dell’auto-sussidarietà degli sportivi ma solo la legge del più forte”.

Gravina elenca quindi i punti fondamentali della modifica statutaria: “Riconoscimento a ogni lega l’autonomia e l’organizzazione delle proprie competizioni. Rientra in questa autonomia la formazione delle classifiche, la classifica avulsa, eventuali playoff e playout, spareggi. Rimane una prerogativa del consiglio federale deliberare sull’ordinamento dei campionati di intesa con le leghe e le componenti tecniche. Resta in capo alla federazione l’esercizio delle funzioni pubblicistiche in maniera di ammissione ai campionati. Riconoscimento in capo alla Lega di A dell’intesa forte. La federazione non potrà adottare alcuna delibera sulla Lega di A senza l’assenso della Lega di A. La proposta di modifica statutaria recepisce completamente la proposta della Lega di A a febbraio. Questo attribuisce un’autonomia ben maggiore”.

Sul ruolo dell’Aia: “Riviene riconosciuta maggiore indipendenza, gestionale e tecnica a fronte dell’eliminazione del voto in consiglio federale e che poco si addice a chi è imparziale. Viene riconosciuta piena autonomia con la capacità di trovare autonomamente le risorse. Alle norme deve seguire la correttezza dei comportamenti, su questi saremo giudicati prima e dovremo rendere conto a tesserati e opinione pubblica. Oggi va inviato un segnale chiaro, oggi avete l’occasione per dimostrare di non avere paura del cambiamento. Siete voi i padroni del nostro destino. Grazie, viva il calcio”.

Lega Serie A, Casini spiega le modifiche al testo federale. La risposta di Gravina e le schermaglie con Abete

Prende la parola il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini: “La Lega Serie A ha votato contro il consiglio federale ma nello spirito di collaborazione che ha sempre avuto la nostra componente, abbiamo proposto una modifica dello statuto partendo dalla proposta del presidente, che riproduce per l’80% il testo federale. Ma ci sono tre importanti modifiche. Il primo si riferisce al potere di intesa che verrebbe riconosciuto alla Serie A. Il testo dice che sarà la Lega potrà avere diritto di veto sulle delibere che riguardano esclusivamente la Serie A. Sarebbe sufficiente che il consiglio federale approvasse norme sul calcio in generale e non sulla Serie A, che noi non potremmo intervenire. Noi chiediamo che sia eliminato il termine esclusivamente nelle decisioni che riguardano la Serie A”.

Casini, Presidente Lega Serie A
Recupero Bologna-Milan: spunta una data clamorosa (LaPresse) – calciomercato.it

Ancora Casini: “Il secondo punto è sui pesi nelle federazioni. Ricordo che nei documenti presentati più volte dalla federazione si è sempre parlato di una Serie A al 20% con 5 consiglieri. In una logica degli equilibri all’interno della federazione i numeri sono questi. Nella modifica di oggi c’è il 18% e 4 consiglieri, che non riteniamo sufficiente. I numeri erano più alti rispetto al contributo economico portato. L’intesa forte presuppone uno status riconosciuto alla Serie A, inevitabile e giusto rispetto al ruolo che ha. Per raggiungere l’intesa forte c’è stato un lavoro con la federazione, immaginavamo che in caso di mancata intesa ci fosse l’aggiunta del Coni, per cui si riconosceva pari dignità e in assenza di un accordo c’era l’intervento del Coni. La nuova norma costituisce un veto incrociato. Se c’è l’intesa bene, se non c’è e la Serie A non ha potere di veto su cosa che la riguardano non c’è potere. La proposta della Serie A propone che per quanto riguarda la Serie A in caso di mancata intesa, può andare avanti con le proprie proposte. Ci sarebbe molto da dire ma non ha senso farlo ora. Oggi è un giorno fondamentale, si può davvero cambiare qualcosa. Si vuole fare un passo ulteriore per rendere il calcio italiano più efficiente, è sufficiente accogliere le proposte della Serie A, a quel punto tutti felici e il calcio italiano migliorerà”.

Matteo Marani (presidente Lega Pro): “Sbagliato guardare solo al proprio, se non ci mettiamo tutti insieme difficilmente ne usciamo. Siamo mondi che devono comunicare, troppi personalismi, crociate, hanno portato il calcio italiano a sprofondare a un punto penoso. Purtroppo siamo fuori da due Mondiali consecutivi, eliminati dalla Svizzera che una volta usavamo per le amichevoli. Quando non si va ai Mondiali non ci va nessuno, giocatori di A, B, nessuno. Da mesi invece di assistere a un serio dibattito sulle necessità del futuro, sui vivai, con una legge che ha cancellato il vincolo sportivo e sta chiudendo i settori giovanili. Come se la forza si misurasse nei consiglieri e non nelle idee. Il calcio italiano ha paura del futuro, serve rispetto reciproco, nessuno pensi di salvarsi a scapito dell’altro. In controtendenza rispetto agli altri la lega Pro ha dato apertura a prescindere tutto. Abbiamo rinunciato a uno dei nostri consiglieri per riconoscere alla Sere A il suo ruolo di motore. Un campione come Zola, nostro vicepresidente, si è messo a servizio di tutti. Stiamo valorizzando i vivai, siamo una nuova azienda e non un partito. Abbiamo accolto le seconde squadre, anche quando era difficile, abbiamo dato spazio dando modo a club di A e B di formare i giovani. Abbiamo accettato tutto, ad eccezione della Primavera portata a 20 anni, chi l’ha pensata non ama il calcio. Il 90% dei nostri calciatori sono italiani, siamo la lega con più giovani. Dal motore che è la Serie A abbiamo la miseria del 2%. Giusto anche finirla col non riconoscere il ruolo di formazione dei giovani che ha la C. Abbiamo bisogno disperato di una nuova classe dirigente, di giovani donne e giovani uomini con nuove idee. La C conferma la scelta coraggiosa di essere nel 2024, speriamo che tutti capiscono che sfida ci aspetta”.

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Matteo Marani, presidente Lega Pro (Foto LaPresse) – Calciomercato.it

Interviene Pacifici, presidente Aia: “Solo ieri sono venuto a conoscenza di un emendamento presentato autonomamente da un delegato dell’Aia che non rappresenta il pensiero dell’Aia e chiedo ai delegati di votare no, l’Aia non ha presentato alcun emendamento al testo federale. Quando si parlava di una ridistribuzione alla percentuale in assemblea il pensiero andava al 2% degli arbitri, come se fossero il problema del calcio, causa di tutte le criticità. L’arbitro attira su di sé colpe non sue, per distogliere dai veri fallimenti. Abbiamo assistito a una corsa affannosa a salvare le proprie posizioni, ne sono rammaricato perché il nostro calcio ha futuro di sviluppo se tutte le componenti sono unite interpretando il calcio con passione e impegno. Siamo sempre disponibili al confronto, senza rinunciare al rispetto che la nostra componente merita. I principi di terzietà e imparzialità, che regolarità tecnica e sportiva possano essere garantite anche senza diritto di voto attraverso il mantenimento di diritto del presidente Aia come componente federale. Anche noi abbiamo una partecipazione attiva e tecnica, mi sarebbe piaciuta analoga salvaguardia e attenzione anche della componente arbitrale. Salvaguardia e rispetto anche per i 33mila giovani che danno il fischio d’inizio, giovani che ci mettono la faccia in prima persona e che sono oggetto di insulti, minacce, aggressioni, gravi violenze solo per garantire rispetto delle regole. Saremo sempre dalla parte di chi vuole costruire e non distruggere, di chi ama il calcio. La componente arbitrale, nell’ottica di una maggiore autonomia, non parteciperà al voto del documento presentato dal presidente federale”.

Parla Abete, presidente Lega Nazionale Dilettanti: “Voteremo a favore della proposta di Gravina, anche con amarezza in relazione ad alcuni contenuti della proposta. Casini non ha specificato che nella loro proposta la LND perderebbe 10 punti e due consiglieri, se questo è il modo la parte della Lega di A su un mondo di oltre un milione di tesserati. Chiederò a Gravina di inviare questo nuovo statuto, se dovesse passare la modifica, all’Uefa per essere verificato. Se si parla di buon senso, attenzione a cosa si intende. A meno che la politica non decida di umiliare il mondo dilettantistico, non siamo disponibili a cedere neanche uno 0,5% del nostro 34, la quota più bassa in assoluto. Il lavoro è uguale per tutti, meritano tutti rispetto tutti i contratti. Quelli professionisti sono l’11,8%”.

La replica di Casini: “Va bene tutto, ma presentazioni false di quanto avvenuto in questi anni non fanno bene. Riguardo al rispetto, posso dire che la Serie A è l’unica componente che si è sempre rifiutata di votare contro decisioni che riguardavano una singola componente. Un principio che la Serie A ha sempre rispettato a differenza di altri che hanno votato contro di noi. Noi non siamo qui per l’emendamento Mulé, si parte invece da anni in cui la Serie A ha chiesto il recupero di qualcosa che è stato progressivamente tolto. Erano tutte cose scritte, allentante. Il calcio italiano non si è perso per la Serie A, che ha cercato di tornare a un sistema in cui fosse riconosciuta quella che è. Non ci sono attacchi, ma il ripristino di un equilibrio. A luglio ci aspettavamo il 50% deliberato, cerchiamo di stare sui contenuti, volando alto e ribadendo il fatto che la Serie A non sta facendo una battaglia di aggressione ma di difesa. Da anni la Lega Serie A è mortificata (l’assemblea reagisce in maniera contrariata). Questa reazione è la conferma. Garantisco massimo rispetto e collaborazione, siamo qui per il lavoro fatto insieme, così saremo tutti soddisfatti”.

Infine Gravina: “Il famoso diritto d’intesa è rimasto all’interno dello statuto federale. Vorrei chiarire l’espressione ‘esclusivamente’ a cui ha fatto riferimento Casini. Quel termine è indispensabile, i commi hanno individuazioni specifiche alla Serie A. Se non mettiamo questo termine vuol dire che la Serie A ha potere su tutto il sistema professionistico, così il consiglio federale sarebbe chiamato a deliberare solo sul mondo dilettantistico e non è accettabile”.

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