Assenza pesante nella rifinitura a Trigoria per la Roma, Juric ha scelte quasi obbligate in difesa. In attacco tutto dipende dalle condizioni di Dovbyk
La Roma scende in campo a Trigoria per l’ultimo allenamento prima della partenza per il Belgio, dove domani sera affronterà l’Union Saint-Gilloise nella quarta giornata della fase campionato dell’Europa League. Ai giallorossi serve una vittoria per provare la rimonta in classifica e sperare ancora nella qualificazione diretta agli ottavi. Per ora scenario complicato, concretizzabile solo con un filotto di vittorie.
Dopo il ko di Verona Juric deve salvare di nuovo la panchina, anche se per ora è stato confermato in via ufficiosa dalla società. E la sensazione è che, a meno di catastrofi, si procederà così fino a Roma-Bologna di domenica, ultima gara prima della sosta di novembre dove eventualmente ci sarà spazio per una grande manovra dei Friedkin. Che entro la settimana potrebbero arrivare nella capitale dopo un lungo ‘giro del mondo’: da Houston a New York, poi a Los Angeles, fino all’Europa tra Londra, Parigi e Creta, con l’arrivo ieri sera in Tanzania per i loro tanti business sparsi per il gloco. Per ora la Roma non è stata interessata, ma potrebbe esserlo prestissimo. Nel frattempo Juric prepara la sfida con l’Union SG con la necessità neanche troppo nascosta di un po’ di turnover viste le condizioni non perfette di alcuni pilastri. A partire da Evan Ndicka, che non ha saltato neanche un secondo di stagione (nazionale compresa) ma oggi non ha preso parte all’allenamento di rifinitura.
L’ivoriano non si è visto in campo, è “indisposto” e non è stato nemmeno convocato. Volevano farlo partire lo stesso, ma dopo un confronto è stato deciso di non rischiare facendogli fare un viaggio a vuoto.
Sarà quindi l’occasione giusta per farlo finalmente rifiatare e sganciare per la prima volta dall’inizio Mats Hummels. Fuori anche il lungodegente Saelemaekers che spera di rientrare per fine novembre e Mario Hermoso, out per un problema muscolare accusato venerdì in allenamento. Lo spagnolo è sceso in campo circa 15-20 minuti più tardi dei compagni per svolgere lavoro differenziato. Rientrerà verosimilmente dopo la sosta, il 24 novembre in casa del Napoli.
Gli altri tutti presenti, compresi Paulo Dybala, Stephan El Shaarawy e Artem Dovbyk. E il ds Ghisolfi che come da tradizione è passato prima a salutare uno a uno i cronisti presenti. L’ucraino è malconcio ormai da una ventina di giorni tra la febbre e un ginocchio in disordine, ha saltato il match col Torino ma oggi si è allenato. Andrà gestito, anche perché per la Roma è imprescindibile e di soluzioni alternative non ce ne sono molte. Shomurodov non è ritenuto particolarmente affidabile, il piano B è Dybala falso nove ma come sappiamo anche la Joya non può giocare troppe partite consecutive. A Verona è entrato nella ripresa, dovrà dare tutto tra domani e domenica perché Juric ne ha davvero bisogno. Poi potrà riposarsi durante la sosta, visto che non è stato convocato da Scaloni (così come Soulé mentre c’è Paredes).
In porta confermato Svilar (ma Ryan spera in una chance), in difesa scelte quasi obbligate con Mancini, Hummels e Angelino. A centrocampo ballottaggio aperto con Celik sempre in pole, ma anche lui bisognoso di qualche minuto di riposo: anche qui Saud cercherà di strappare una maglia da titolare. A sinistra spazio a El Shaarawy, in mediana torna Cristante con Kone oppure Pisilli. Il classe 2004 giocherà, in mezzo al campo oppure da trequartista come già accaduto con buone risposte. Sulla trequarti tutto aperto. Se Dovbyk darà garanzie fisiche giocherà lui con Dybala e Pisilli (o uno tra Baldanzi e Soulé) alle sue spalle. Altrimenti verrà probabilmente riproposto il tridente che ha battuto – sempre a fatica – il Torino con l’argentino punta e alle sue spalle Pisilli e Baldanzi.
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