Il messaggio per la Juventus è chiaro in vista della prossima estate: affare complessivo da oltre 30 milioni di euro
Subito decisivo e tra i migliori come rendimento della nuova Juventus targata Thiago Motta. Stiamo parlando di Francisco Conceicao, sbarcato sotto la Mole negli ultimi giorni del mercato estivo.
Cristiano Giuntoli ha strappato il prestito oneroso (7 milioni di euro, ingaggio compreso, più bonus) al Porto per il folletto lusitano, che sta facendo la differenza con le sue serpentine con la casacca bianconera. Gol, assist e dribbling ubriacanti per conquistare subito un ruolo di primo piano nello scacchiere di Motta e nel cuore dei tifosi della ‘Vecchia Signora’. La strategia della dirigenza juventina è chiara, con l’obiettivo di rilevare a fine stagione l’intero cartellino di Conceicao. L’attaccante classe 2002 ha una clausola da 30 milioni di euro e Giuntoli può sfruttare anche gli ottimi uffici con l’agente Jorge Mendes per abbassare il prezzo. Altrimenti, la Juve non si farà grossi problemi a sborsare l’assegno richiesto dal Porto per una cifra complessiva di 33-34 milioni, prestito compreso.
Dalla parte della Juventus – e non è certamente un dettaglio – c’è anche la volontà dello stesso Conceicao di restare in alla Continassa anche in futuro. Le parole e l’assist del figlio d’arte sono chiari: “Non mi vedo di passaggio con questa maglia, altri discorsi non li posso fare perché non tocca a me farli. Ma il progetto Juve mi piace. Torino mi incuriosisce molto: qui c’è tutto per vivere al meglio la mia professione”, rivela Conceicao in un’intervista a ‘La Stampa’.
Il nazionale portoghese parla del rapporto con Thiago Motta e delle consegne in campo: “Mi ispiro al calcio di strada, un modo di pensare che attiva l’interesse dei tifosi. Motta ci chiede creatività quando siamo nell’ultimo terzo di campo. Ci dice che dentro ad una strategia collettiva ognuno è, poi, libero di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. E le mie sono queste”.
Sull’attesa stracittadina di domani sera contro il Torino: “So che è un derby, basta la parola. Da noi in Portogallo sono sfide che valgono una stagione. Io ragiono così anche se sono qui da pochi mesi gare come quella di sabati non si giocano, si vincono”. Infine, sulle accuse dei tifosi avversari di essere un simulatore: “Contro il Cagliari sono stato toccato, l’arbitro poteva non concedere o concedere il rigore. Però non ho simulato. Io, in generale, vado sempre mille all’ora, cercando il dribbling“.
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