La Roma stenta di nuovo, anche contro la decima in classifica del Belgio, e monta la rabbia: Roberto Mancini il nome attualmente in pole
La Roma si inceppa nuovamente e soprattutto non riesce proprio a rialzarsi dopo la batosta di Verona nel finale. Serviva assolutamente una vittoria in Belgio, soprattutto per il morale come ha sottolineato Ivan Juric nella conferenza della vigilia. E invece in casa dell’Union Saint-Gilloise, decimo nella Pro League su sedici squadra con 3 vittorie in 13 partite, è arrivato un pareggio per 1-1. Che porta a 5 i punti in classifica collezionati in Europa League in 4 partite, con il ventesimo posto confermato. Non il massimo.
Gli animi sono tesissimi all’interno dello spogliatoio, dopo Firenze c’è stato il picco ma anche ieri sera i confronti non sono mancati. Per ora non sono ancora previsti ribaltoni, ma la situazione è davvero al limite e difficilmente i Friedkin tarderanno ancora la loro decisione in caso di nuovo flop con il Bologna. Quella sì che può essere l’ultima spiaggia: “Siamo ai titoli di coda, l’impressione è che manchi una partita e poi ognuno a casa sua. Ieri il gol fatto è stato casuale, la Roma è una squadra modesta”, ha detto Nando Orsi su ‘Radio Radio’ questa mattina. L’aria che si respira a Trigoria è pesante, i Friedkin (o almeno il loro aereo) sono in questo momento alle Maldive dopo essere rimasti un paio di giorni in Tanzania. La capitale è lontana, ma non affacciarsi neanche un giorno, con tutto quello che sta succedendo, sarebbe uno smacco.
Anche perché anche la prestazione di ieri non è stata assolutamente all’altezza, stavolta lo hanno ammesso un po’ tutti davanti alle telecamere invece dei soliti applausi di Juric oltre al risultato. Ilario Di Giovambattista ci va pesante: Ieri uno scempio, quelli che noi consideriamo i giocatori con passo diverso sembravano due bradipi. Una cosa vergognosa. Un’agonia parlare della Roma, non è una cosa bella”, le sue parole a ‘Radio Radio Mattino 104.5’.
Mario Mattioli aggiunge poi che “Juric non ha controllo sulla squadra. Non essendoci un dirigente che richiama cautamente i giocatori a quello che devono fare. Ma sono professionisti pagati lautamente e dovrebbero dare tutto, dovrebbero. Oltre a Mancini dovrebbero organizzare la società, altrimenti anche lui fa la fine degli altri, senza dirigenti che rappresentino il club”. Roberto Mancini, appunto, in questo momento sembra il nome più ‘pronto all’uso’ e di livello per pedigree e carisma. “Io so che potrebbe arrivare già dalla prossima settimana, una decina di giorni fa c’è stato un contatto – racconta Di Giovambattista -. Ma i Friedkin sono imprevedibili, magari prendono Allegri. Mancini non avrebbe problemi economici né remore per il suo passato laziale di 20 anni fa“.
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