L’allenatore del Bologna prende la parola dopo la vittoria fondamentale all’Olimpico in un’atmosfera surreale: tre punti che avvicinano anche il Milan
Il Bologna esce dall’Olimpico con tre punti fondamentali per la classifica, arrivati dopo la delusione in Champions col Monaco. Alla fine il gol di Karlsson si rivela decisivo per avvicinare anche il Milan.
Il tecnico rossoblù Vincenzo Italiano ha parlato nella conferenza stampa postpartita: “Tanti aspetti positivi oggi. Tanti spunti, non dovevamo far entrare la Roma in partita, i gol giallorossi sono stati una nostra disattenzione”.
Come sta Ndoye? “Penso sia solo una botta dolorosa, ma nulla di grave. Il fatto che abbiamo questi punti in classifica mi rende davvero felice. Ora stiamo iniziando ad aggiungere punti importanti, vittorie, continuità, concretezza lontano dall’area. E questo ti permette di vincere le partite. Poi vogliamo migliorare, crescere, avere la capacità di non rimettere in piedi le partite. Anche fuori casa stiamo segnando con grande continuità, questo mi soddisfa”.
Su Karlsson. “Karlsson ha avuto già prima la possibilità di mettersi in mostra ma non l’ha sfruttata, gliel’ho detto già prima. Oggi ci ha ripagato con un’ottima prestazione. Sempre bene passare qualche giorno col sorriso, alcuni vanno in nazionale e con gli altri resteremo a lavorare. Avremo un tour de force incredibile, questo sarà allenamento ma non un riposo”.
Un commento sull’esonero di Juric. “Mi dispiace per Ivan. Questo è il nostro mestiere, sappiamo a cosa andiamo incontro, mi dispiace davvero tanto per lui”.
Bologna, Orsolini: “Prima non mi sentivo all’altezza. Nazionale? Il modulo mi penalizza”
Poi le parole di Riccardo Orsolini: “Cambiamento? Ogni cambiamento ha bisogno di tempo, dall’allenatore ad alcuni elementi fondamentali come Zirkzee, Calafiori, l’infortunio di Ferguson, tre pilastri dello scorso anno. Cerchiamo di fare quello che ci chiede il mister, alcune caratteristiche cambiano perché Zirkzee era un centrocampista offensivo, un regista. Con Castro e Dallinga abbiamo cambiato modo di giocare, più sportellate, l’attaccante che fa reparto quasi da solo. Ora ci stiamo adattando e stanno arrivando i risultati”.
Cosa è cambiato in te? “Mi sentivo troppa responsabilità addosso per una questione mia personale, la gente si aspetta molto da me. Quando non riesci a garantire quello che vogliono, non ti senti all’altezza. Cerco di farmi scivolare le cose addosso, lavoro giorno per giorno per migliorarmi e lavorare sulle mie lacune in fase offensiva e difensiva. Il mister mi dà una grossa mano, parliamo tantissimo, quasi tutti i giorni. Sono contento del periodo che stiamo vivendo”.
Come hai preso la mancata convocazione in Nazionale? “Credo che noi esterni d’attacco siamo penalizzati dal modulo, le decisioni non spettano a me. Spaleltti ha detto che le porte sono aperte per tutti, staremo a vedere. Sono sempre a disposizione, è un grande onore quando vengo chiamato. Al di là di questo, io penso sempre a fare il mio, lavorare e quello che arriverà arriverà. Non è un chiodo fisso, ora abbiamo tanti altri pensieri, la Champions dove stiamo faticando. Siamo molto stanchi, aspettiamo della pausa per ricaricarci”.