Flusso anomalo di puntate sulle partite da lui arbitrate, in più tentata corruzione di un altro direttore di gara
Torna l’incubo scommesse nel calcio italiano, un incubo che stavolta ha come protagonista un arbitro. Il Tribunale federale lo ha sospeso con una squalifica di ben 2 anni.
Flusso anomalo di puntate sulle partite da lui arbitrate, in più tentata corruzione di un altro direttore di gara. Con queste gravissime accuse, è stato condannato Luigi Catanoso, fischietto della sezione di Reggio Calabria facente parte della Can C.
Nell’incontro avvenuto a Firenze lo scorso 17 agosto, avrebbe tentato di corrompere il collega Milone, pure lui calabrese e designato per la sfida Empoli-Lazio di Primavera 1. Catanoso gli avrebbe offerto 3mila euro, con l’intento di ottenere “informazioni utili a consentirgli di effettuare scommesse dall’esito sicuro su ammonizioni e/o rigori e su quale squadra avrebbe segnato per prima”.
Milone ha denunciato tutto a Ciampi, il suo designatore, nonché al capo della Procura federale Chiné. Non arbitrò mai quell’Empoli-Fiorentina per ovvie ragioni, con la sua testimonianza rivelatasi decisiva per la sospensione a Catanoso per, probabilmente (in attesa delle motivazioni), violazione del divieto di scommesse dei principi di lealtà , correttezza e probità , finanche del regolamento dell’Aia e del codice etico.
Nuova bufera scommesse nel calcio italiano: 2 anni di squalifica all’arbitro della Can C Luigi Catanoso
“Il Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare, definitivamente pronunciando, irroga al sig. Luigi Catanoso la sanzione di anni 2 (due) di sospensione. Così deciso nella Camera di consiglio del 14 novembre 2024″, recita il dispositivo della Sezione Disciplinare del Tribunale federale in merito alla squalifica di ventiquattro mesi all’arbitro calabrese.
Catanoso era nel mirino da tempo. Come riporta il ‘Corriere dello Sport’, nel 2020 fu attenzionato per la sospensione di una partita a causa di un suo infortunio giudicato sospetto. Nonché per l’eccessivo flusso di scommesse su incontri da lui diretti. Al tempo, però, la Procura di Roma non riuscì a trovare le prove per incastrarlo, così Catanoso fu scagionato. Quattro anni più tardi la squalifica di 2 anni e il cerchio, questa volta, si è chiuso.