Intervenuto nel corso della presentazione del nuovo libro “Inter, il nuovo secolo” di Beppe Severgnini, Beppe Marotta ha toccato molti temi nel corso del suo intervento
Come sempre diplomatico, razionale ma mai banale sia nello svelare alcuni retroscena, sia nel porre obiettivi o comunque margini di crescita. Beppe Marotta è ritornato a prendersi la scena, questa volta nel corso della presentazione del libro di Beppe Severgnini che ha come tema cardine proprio il mondo Inter.
Lo stesso che il presidente nerazzurro ha chiamato a raccolta, manifestando il desiderio di alzare l’asticella: “Essere presidente dell’Inter è come toccare il cielo con un dito: sognavo tante cose, mi porto dentro da sempre la voglia di vincere. Abbiamo ancora tanto da vincere e qualche sfizio da toglierci: Istanbul insegna”. Il passato, però, come punto di riferimento dal quale partire con una luce importante anche sul presente: “Sono un amatore del mondo del calcio. Oggi amo certamente l’Inter, ma ho compiuto un passaggio partendo dalla gavetta e dalla provincia”.
Dopo essersi definita una persona razionale che cerca di “imporre la sua leadership”, Marotta ha poi chiarito i motivi che lo spinsero a virare su Inzaghi dopo l’addio di Antonio Conte: “La scelta è adeguata anche al momento. In quel momento pensavo potesse servire un profilo come quello, in altri ne serve uno con maggiore autorevolezza. Cerco di far fruttare la mia esperienza con scelte oculate”.
Marotta ha poi toccato anche temi più squisitamente ‘di campo’, esternando il suo punto di vista in merito alla crescita avuta da un punto di vista ‘disciplinare’ da parte di Barella: “Nel momento in cui c’è la designazione, studiamo anche l’arbitro e che tipo di rapporto ha con i calciatori. In passato Barella peccava nell’atteggiamento verso i direttori di gara, oggi è migliorato molto”.
Infine una battuta anche sullo stadio, che sta calamitando ormai da anni l’opinione pubblica milanese: “In Inter e Milan c’è la volontà di costruire lo stadio. Le ultime convergenze portano sul sito di San Siro: la cosa importante è superare le difficoltà burocratiche”.
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