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Licenziato dopo gli insulti razzisti: sentenza pesantissima per l’allenatore

Le cose non sono finite per nulla bene per il tecnico, che ha subito un verdetto decisamente importante per la sua carriera

Una vicenda si è conclusa e sta facendo parlare gran parte dell’Europa. Il calcio va sempre di più nella direzione di condannare episodi di discriminazione che avvengono sul terreno di gioco, sugli spalti e in generale in tutto il movimento sportivo.

Fascia contro il razzismo
Un episodio di razzismo ha conseguenze pesantissime per l’allenatore (LaPresse) – calciomercato.it

Purtroppo, non mancano ancora manifestazioni di questo tipo, momenti in cui a prevalere è chi vuole rovinare gli eventi, prendendosela con alcuni singoli e attaccandoli nella maniera peggiore possibile. La UEFA è impegnata nel difendere i diritti di tutti i protagonisti e a qualsiasi livello e sta cercando sempre più di condannare chi opera atti di razzismo. E così in tutto il mondo del calcio.

Proprio per questo, la sentenza è stata decisamente pesante per Bernard Casoni. Per chi non sapesse di chi stiamo parlando, è l’ex allenatore dell’US Orleans, licenziato più di un anno fa dopo alcune dichiarazioni assolutamente da condannare.

Gli insulti razzisti di Casoni e il licenziamento: finisce malissimo per l’allenatore

Nello specifico, il tecnico aveva pronunciato parole parecchio spiacevoli all’indirizzo dei suoi calciatori in una conferenza stampa del 21 settembre 2023: “Hanno cose in cui sono eccellenti. Ma ci sono cose per cui non basta. (…) Il mio ruolo è raccontarglielo, mostrarglielo e aiutarlo a risolvere i problemi. (…) L’ho fatto in tutti i locali in cui sono andato, l’ho fatto con i nordafricani! Non sono più stupidi dei nordafricani, eh…”.

Casoni dà indicazioni alla squadra
Dura sentenza per Bernard Casoni (Ansa Foto) – calciomercato.it

Ovviamente, si è sollevato un polverone mediatico che, come ricostruisce ‘L’Equipe’, ha portato le parti questo giovedì davanti al tribunale penale della prefettura del Loiret. Casoni ora allena in Costa D’Avorio ed era assente all’udienza, ma il pm ha chiesto una multa da 30mila euro di contro alla difesa, che chiedeva l’assoluzione.

Insomma, questa vicenda fa capire come la discriminazione non porti nulla di buono, neanche per chi la opera. E chissà che non posso servire da esempio a molti nel mondo del calcio e non, nel prossimo futuro.

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