Viene definito il ‘re delle retrocessioni’ per la sua centralità nel calcio scommesse: è stato arrestato nelle scorse ore a Dubai
È finita la latitanza di un figura di “spicco” del match fixing, fenomeno che ormai da decenni colpisce il mondo del calcio speculando sulla fede dei tifosi e non solo.
“Solo la politica e il traffico di droga fanno guadagnare di più delle partite truccate”. La pensava così William Pereira Rogatto, cittadino brasiliano di 34 anni, arrestato a Dubai nei giorni scorsi in esecuzione di un mandato di cattura spiccato dall’Interpol come richiesto dai magistrati brasiliani. Un arresto importante per il mondo del calcio: già, perché Rogatto risulta essere una figura centrale nel vasto sistema di manipolazione dei campionati minori del calcio brasiliano.
L’obiettivo era sempre lo stesso: sfruttare illegalmente il mercato delle scommesse per motivi di lucro. E Rogatto non ha respinto l’accusa a suo carico, anzi. Senza alcun problema, infatti, nel corso dell’audizione parlamentare tenuta poco più di un mese fa confermò e rivendicò la sua ‘attività‘. In particolar modo, lo scorso 8 ottobre Rogatto ha deposto in videoconferenza nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Commissione d’inchiesta del Senato federale brasiliano proprio sul match-fixing.
Rivolgendosi alla commissione parlamentare presieduta dal senatore Jorge Kajuru del Partito Socialista, Rogatto ha sottolineato la remuneratività del calcio scommesse, secondo solo al traffico di stupefacenti e agli affari con la politica.
A quella deposizione ha assistito anche Romario, vicepresidente del Senato brasiliano e leggenda del calcio verdeoro. Aveva assistito con espressione contrariata all’audizione da remoto di Rogatto il quale, anche con una certa sfrontatezza ha raccontato di aver provocato, nel corso degli anni, la retrocessione di ben 42 club. Una attività che gli è valso il soprannome “Rei do rebaixamento”, aggiungendo che “senza retrocessioni non si guadagna”.
Rogatto ha inoltre illustrato i meccanismi della sua attività: si parte dal prendere una società crisi economica promettendo di garantire un finanziamento. A quel punto si passa ad indirizzare calciatori e arbitri a fare ciò che serve per pilotare la partita verso il risultato desiderato.
In particolar modo, Rogatto ha svelato che agli arbitri – i quali guadagnano poco più di 1000 euro a partita – lui ne offriva oltre 8mila.
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