Il presidente della Lazio ha parlato a margine del Festival del Calcio Italiano dove ha ricevuto un premio: le sue dichiarazioni
C’è anche Claudio Lotito tra i premiati del Festival del Calcio Italiano, la cui cerimonia di consegna dei premi si è tenuta questa sera a Latina.
Il patron della Lazio ha ricevuto il premio come miglior presidente della Serie A 2023/2024 e a margine della manifestazione ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Speriamo di continuare con questo clima che è favorevole dal punto di vista dell’ambiente, sia dei tifosi che della squadra. Bisogna mantenere quell’atteggiamento umile, spirito di gruppo e di determinazione. Io ho scelto Baroni perché sapevo che tipo di persona fosse e cosa poteva dare a questo gruppo. L’abbiamo costruito insieme, ci sono margini di miglioramento, se manteniamo questo profilo possiamo dare grande soddisfazione ai nostri tifosi. Dobbiamo giocare partita dopo partita, mantenere equilibrio e coscienza dei propri mezzi, oltre alla voglia di divertirsi e di far divertire”.
RINNOVO BARONI – “La cosa negativa di questo mondo è parlare sempre di denaro, che è l’ultima cosa. Con lui c’è un rapporto familiare, non c’è bisogno di parlare, ci siamo stretti la mano, c’è un rapporto di empatia, è una famiglia. Quando c’è il pater familias, che sono io, ci sarà tempo e luogo di fare tutto, i meriti non saranno mai disattesi. Rovella e Guendouzi contro? Mi ha fatto sorridere, c’è stato un confronto serrato anche sul campo per farvi capire l’agonismo che hanno entrambi i giocatori che rappresentano un punto di riferimento e la voglia di dimostrare che noi ci siamo, e lo faremo vedere sul campo”.
SCUDETTO – “Non parliamone, è fuori luogo, siamo all’inizio. Non faccio pronostici, pensiamo a vivere quotidianamente la nostra esperienza. Sono convinto che poi con questo atteggiamento possiamo dare grandi soddisfazioni e di poter dire che la Lazio è tornata a essere un punto di riferimento. La Lazio non è più un punto di partenza, ma un punto di arrivo. La Salernitana? Non entro nelle proprietà degli altri. Quella società aveva un valore commerciale superiore rispetto a quello a cui è stata venduta. È stata venduta a Capodanno a una cifra ridicola, con gli acquirenti nemmeno in Italia. Fate voi le vostre considerazioni”.
VAR – “Oggi parliamo di VAR perché, insieme a Tavecchio, abbiamo fatto in sei mesi tantissime riforme, tra cui la Goal Line Technology e il VAR, contro tutti. Noi avevamo ragione, nessuno ci pensava. La struttura doveva essere di ausilio e di supporto agli arbitri, non in sostituzione. Ora si tratta di valutare meglio quelle che sono le necessità tecniche di utilizzo dello strumento per rendere ancora più credibile le istituzioni. VAR a chiamata? È una possibilità. Ora il calcio è molto fisico e dinamico. Il gioco nostro in Italia, rispetto all’Inghilterra, è più lento, ci sono meno minuti giocati. La chiamata porterebbe a spezzettare la partita e quindi sarebbe meno appetibile e avvincente”.
FLAMINIO – “Sorrido, è una domanda retorica e pleonastica. Non c’è scadenza, non è un vuoto a perdere, non è uno yogurt. Vengo da una riunione fiume con tutte le componenti per allestire un progetto credibile, funzionale, che coniughi sia l’aspetto architettonico che la fruibilità e il rispetto delle normative. Entro fine mese presenteremo un progetto, lo farò, siamo nei tempi, come avevamo già detto. Poi, non c’è una scadenza, la forbice temporale è tra il 30 novembre e il 5 di dicembre. Peraltro il sindaco e l’amministrazione comunale hanno percepito la bontà della nostra azione in termini di serietà e di qualità. Ora aspettano solo le carte per poterle valutare. Noi abbiamo già fatto un grande lavoro preventivo. Per evitare qualsiasi inquinamento di carattere strumentale io ho demandato al responsabile degli stadi della Lega Calcio che parla in forma istituzionale per realizzare lo stadio a tutela dell’interesse collettivo del calcio italiano e della Lega. Non so la Roma, ma noi l’abbiamo delegato al rappresentante della Lega Calcio per far capire che è un’iniziativa istituzionale, terza, per rappresentare una ricucitura del territorio. Il Flaminio è stato demolito e ricostruito, ha una storia, per coniugare e valorizzare questo aspetto siamo andati indietro nel tempo e abbiamo ripreso l’attuale capo-dipartimento de La Sapienza, che è nel nostro staff, uno dei componenti della famiglia Nervi e anche il più grande gruppo che c’è degli stadi ovvero Legends. Tutto questo per creare una struttura all’avanguardia che sia rispettosa dei Nervi, come se fosse un ampliamento del suo stadio. Come se Nervi stesso ampliasse lo stadio”.
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