Le dichiarazioni di questi minuti che fanno scoppiare di gioia tutti i sostenitori di Jannik Sinner, sempre più numero uno della classifica mondiale
E’ stato un weekend magico, per uno degli atleti italiani più forti di tutti i tempi. Per molti, ormai, inizia ad essere il migliore per distacco. Jannik Sinner non sa cosa significhi perdere e anche a Torino, per la prima volta nella storia di un atleta azzurro, è riuscito a far suo il trofeo. Le Nitto ATP Finals sono state conquistate senza mai perdere un singolo set, uno strapotere assoluto.
Anche Fritz, che ha provato a tenergli testa, si è dovuto piegare alla forza assoluta di Sinner, che con un doppio 6-4 ha chiarito ancora una volta perché è lui il migliore al mondo in questo momento. Non c’è storia. Lo stato di grazia che vive oggi il tennista altoatesino è davanti agli occhi di tutti e lo ha dimostrato nel corso di tutto il 2024, il suo anno, quello che lo ha portato alla definitiva consacrazione.
Eppure questa stagione per Sinner è stata macchiata anche dalla triste vicenda del doping. Il caso di positività, ritenuta fin qui involontaria, da Clostebol, ha perseguitato il tennista italiano. Una contaminazione per una pomata sulle mani del fisioterapista, che ha portato ad un caso mediatico impressionante e che ancora oggi attende la sentenza del Tribunale arbitrale dello sport.
Sul tema è intervenuto anche Simone Vagnozzi, al termine del grande successo di Torino. Lo stesso ha dichiarato: “Penso che non meriti nessuna squalifica. Lui ha fatto tutto quello che poteva fare. Non ha fatto niente di male, non ha fatto nessun errore e non poteva evitare quella cosa. Fin quando abbiamo l’opportunità di giocare, ci concentriamo sul prossimo torneo. Adesso ci sarà Malaga, arriverà carico per riportare a casa l’insalatiera. Poi ci sarà da fermarsi un po’, ricaricare le pile e prepararsi per arrivare al meglio agli Australian Open“.
Infine un elogio anche per la testa di Jannik, che ha saputo affrontare questo periodo difficile: “Finora non è stato semplice. Il merito va tutto a lui, perché scende in campo con il peso di questa situazione. Noi potevamo aiutarlo a vivere questo momento nel miglior modo, concentrandoci su ciò che possiamo controllare come andare in campo, allenarsi e preparare bene le partite. Il nostro aiuto è stargli vicino e ricordargli che non ha fatto niente di male e non ha nulla da rimproverarsi”.
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