L’ex portiere e leggenda del calcio italiano ha svelato diversi aneddoti alla presentazione della sua autobiografia
Gianluigi Buffon si racconta nel libro autobiografico ‘Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi’, presentato a Milano alla libreria Mondadori di Piazza Duomo.
Accompagnato dalla moglie Ilaria D’Amico e dallo storico procuratore Silvano Martina, la leggenda del calcio italiano ha ripercorso alcuni momenti significativi della sua carriera, partendo proprio dalla fine: “Lasciare il calcio giocato per un uomo di 45 anni può sembrare una cosa normale agli occhi della gente. Adesso che è passato un po’ di tempo, posso dire con assoluta sincerità che il ritiro è la prima morte che subisci e che devi affrontare – le parole dell’ex portiere e capitano della Juventus, adesso attuale capo delegazione della Nazionale – A differenza di altre carriere quella dello sportivo è più breve e finisce quando sei ancora abbastanza giovane: la vera difficoltà è come riempire la giornata”.
Il retroscena sull’addio definitivo alla Juventus e il ritorno a Parma per chiudere un percorso irripetibile: “A Torino mi avrebbero rinnovato il contratto, ma avevo deciso di smettere da protagonista con la Juve. Volevo fare una scelta diversa per sentirmi vivo. Mi cercava il Barcellona e altre squadre di medio livello che avrebbero giocato la Champions League. Un giorno però, vicino a Collecchio, alla radio passa ‘Bella’ di Jovanotti che era la canzone che ascoltavo da giovane quando andavo in macchina al centro sportivo del Parma. Lo interpretai come un segno del destino e quindi il cuore mi riportò dove tutto era iniziato”.
Buffon e il Ronaldo compagno di squadra: “CR7 unicum e fragile”
Buffon prosegue e svela il curioso aneddoto su Messi: “Leo, al termine del primo tempo della finale di Champions contro il Barcellona a Berlino, mi rincorse negli spogliatoi per chiedermi la maglia. Rimasi colpito da quel gesto, anche perché si trattava di un’icona del calcio mondiale. È un episodio che mi ha emozionato”.
🎥 🗣️ Gianluigi #Buffon alla presentazione a Milano del suo libro ‘Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi’
L’aneddoto su #Messi: “Leo al termine del primo tempo della finale di Berlino mi rincorse per chiedermi la maglia. Rimasi colpito da quel gesto, anche perché si trattava di… pic.twitter.com/b7gHbuTSIE
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L’ex numero uno della Nazionale si sofferma su un altro fuoriclasse del calcio mondiale come Ronaldo, suo compagno in bianconero: “Cristiano è un unicum. Non pensavo potesse esistere un giocatore di quel calibro a livello di mentalità, determinazione e professionalità. Da compagno di squadra sei veramente ammirato. Poteva sembrare una figura quasi disumanizza, ma invece era sensibile e in alcuni aspetti fragile”.
Infine, Buffon sgombra il campo da ogni equivoco sul rapporto con un’altra leggenda della Juventus e del calcio italiano come Alessandro Del Piero: “Alex sarà sempre l’emblema e l’icona della Juve. Non c’è mai stata nessuna rivalità. Anche perché io non sono arrivato a quel livello di amore che lui rappresenta per i tifosi bianconeri. Con Alessandro abbiamo sempre avuto un grandissimo rapporto di complicità e amicizia”.