Alla Camera dei Deputati la presentazione di ‘Fermarsi in tempo’ di Pasquale Pes, storico consigliere della Roma di Dino Viola
Nella prestigiosa cornice della Sala Stampa della Camera dei Deputati, Pasquale Pes ha presentato il suo libro ‘Fermarsi in tempo’, che racconta i momenti e gli anni di un calcio e soprattutto di una Roma lontanissimi. Come consigliere del presidente Dino Viola e persona vicinissima a lui, sono davvero tantissimi gli aneddoti e i racconti romantici contenuti nel testo che ha come sottotitolo ‘La Roma, i maestri e un cavallo vincente’.
A introdurre la conferenza stampa, moderata dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti Guido D’Ubaldo, il presidente di ADICOSP Alfonso Morrone: “Per me questo libro è un tuffo nel passato, con un po’ di nostalgia, una Roma che vinceva, quasi sul tetto d’ Europa, ci sono tanti amici che ora sento quasi quotidianamente. Vi invito a leggerlo”. Poi la parola a Pasquale Pes: “Dino Viola è stato un martire del calcio, ha dato tutto ma ha avuto anche grandi risultati. Ricordo il famoso gol di Turone, annullato per un centimetro. Viola prese il centimetro, lo mise in una busta e lo mandò a Boniperti: ‘Tu sei geometra, ma io sono ingegnere’. Berlusconi ogni volta chiedeva a Liedholm dell’avversario del Milan in quella giornata e lui gli rispondeva ‘grande società, grandi giocatori, grande allenatore’. Anche con l’Ascoli. Allora Berlusconi mi diceva ‘Questo allenatore è fatto per voi, non per noi’. E infatti poi tornò a Roma. Gaucci? Con Viola non c’era buon sangue, erano due caratteri diversi. Ma Gaucci è stato comunque un grande. Dino Viola anche nell’ippica, quando qualcosa si deprezzava allora era lì che ci puntava e puntualmente vinceva”.
Presenti alla conferenza di ‘Fermarsi in tempo’ tantissimi calciatori della Roma di quegli anni: Massimiliano Cappioli, Ubaldo Righetti, Odoacre Chierico, Alberto Faccini, Antonio Di Carlo, ma anche Paolo Cento (presidente del Roma Club Montecitorio) e Maurizio Gasparri che ha voluto fare un saluto: “La Roma giustifica qualche minuto di assenza dalle votazioni in Senato. Vi racconto un episodio, nel 1983 mi sono sposato. Dovevamo fare le nozze il 14 o 15 maggio, doveva essere una cerimonia semplice. A gennaio dissi a mia moglie ‘qui mi sa che vinciamo lo scudetto. Vado da una vita allo stadio, che faccio? Ok il matrimonio, ma se ci sposiamo il 21 maggio succede qualcosa?’ Mia moglie accettò e quindi abbiamo spostato il matrimonio. La fede della Roma porta a modificare anche cose importanti. Bisogna riportare in auge quella storia di Viola, quando il presidente litigava con i potenti per questione di centimetri, non ci sarà più quel calcio”.
Parola poi a Paolo Cento: “Erano tempi migliori, oggi siamo arrabbiati ma anche prima lo facevamo e anzi facevamo anche un po’ di casino, era possibile. Ora è diventato complicato, ma è anche un bene mantenere toni civili. È un libro che dovremmo dare ai figli e i nostri nipoti, ci sono storie di un calcio che era soprattutto passione. Anche la famiglia Viola metteva competenza e professionalità, ma capivi che avevano la passione per la Roma. Dobbiamo leggere e far leggere questo libro. I Friedkin non si incontrano, non li incontrano neanche a Trigoria, sono un’entità astratta. Quello però era il calcio che mi piaceva”.
Poi le tante testimonianze degli ex calciatori e i tantissimi aneddoti. “Ci è mancata la Coppa dei Campioni, per cui forse non eravamo ancora così maturi. La finale? Io ero l’ultimo rigorista. Ricordo che Agostino venne vicino a me e Graziani, era stanco e ci chiede chi volesse calciare per primo al posto suo. Io mi resi disponibile ma Ciccio disse ‘no tiro io’, ma nel suo viaggio verso il pallone Liedholm lo richiama e dice che doveva tirare Agostino, che era il primo della serie. Poi è andata come è andata”, racconta Odoacre Chierico.
Presente anche Tonino Tempestilli: “A Pasquale volevamo tutti bene, aveva una parola di conforto per tutti e poi arrivava sempre con le casseette di pesce buono da Fiumicino e preparava per tutti a Trigoria. Pasquale era innamorato della Roma, dobbiamo solo dirgli grazie per quello che ci ha fatto vivere e per quello che ha fatto per questa società”. Nella Camera dei Deputati c’era anche Ettore Viola, figlio di Dino: “Ringrazio Pasquale Pes, ho scritto un libro di 400 pagine su Dino Viola non ancora uscito, e di tutte le persone che lo affiancavano. Sono riusciti nel miracolo di riportare in alto una squadra dimenticata da tutti. Viola poteva vincere molto di più. Anche poco dopo la sua morte, la sconfitta in finale di Coppa Italia, poi arrivò Ciarrapico che lasciò qualche problema. Credo che l’ingegner Viola ai suoi consiglieri abbia insegnato davvero il modo di fare calcio in una certa maniera”.
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