L’onorevole Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio, ha mandato un messagio ai Friedkin in un momento così buio per i giallorossi
Alla Camera dei Deputati è stato presentato il libro di Pasquale Pes ‘Fermarsi in tempo’, che racconta la Roma di Dino Viola di cui era consigliere, e un calcio che non c’è più. A margine della conferenza, l’onorevole Paolo Cento – anche presidente del Roma Club Montecitorio – ci ha raccontato in esclusiva la sua visione del momento giallorosso e il confronto per certi versi impietoso con la presidenza Viola.
“Questa presentazione è stata l’occasione per ricordare quando le proprietà delle squadre di calcio, come a Roma Viola e Sensi, ci mettevano competenza e professionalità, ma anche una straordinaria passione. Per noi tifosi romanisti, è soprattutto il paragone tra quella passione e quella professionalità di allora che ci ha portato a risultati importanti e lo scudetto, con la proprietà di oggi che non si vede e non si tocca, non sono palpabili. Non li possiamo ‘maledire’ quando le cose vanno male, ma neanche gli possiamo stringere la mano per fargli i complimenti se vanno bene – le sue parole a Calciomercato.it -. A me non piace guardarmi indietro, ma l’unica salvezza del calcio è che torni a essere una grande passione popolare”.
Roma, l’onorevole Paolo Cento: “Ranieri è solo”. Poi il messaggio ai Friedkin
Un po’ romanismo e romanità l’ha riportata Claudio Ranieri: “Ci porta una grande umanità, passione giallorossa, una grande professionalità, magari ad averne. Come però ce l’aveva portata anche De Rossi. Il problema è che sono soli, era solo Daniele e quando si girava non vedevamo nessuno della società al suo fianco. È solo Ranieri, che se si gira intorno continuiamo a non vedere nessuno. Abbiamo vissuto gli ultimi due anni in cui anche Mourinho – che ha vinto tutto e si può amare o criticare – se si girava era solo. Questo è il problema. Le società di calcio sono società per azioni, vanno gestite con professionalità, con attenzione ai conti, ai bilanci, ma hanno un sovrappiù che è la passione popolare e quella bisogna sempre tenerla da conto”.
Per cui, il ciclo dei Friedkin a Roma è finito o si può ricucire? “Non so se è chiuso. Loro hanno preso la Roma, ci hanno portato a vincere in Europa, ci hanno portato allenatori e giocatori di altissimo livello e per questo li dobbiamo ringraziare. Ma sono due anni che non li vediamo né sentiamo più e questo sta diventando un problema. Loro devono scegliere. Se vogliono mantenere la proprietà della Roma sono i benvenuti, ma devono cambiare registro. Se non vogliono più mantenerla allora facciano le loro scelte, ma le facciano presto e bene. C’è tutto il tempo di recuperare, se capiscono che questa città è fatta anche di passione. La vittoria è importante, ma noi siamo tifosi della Roma, siamo la capitale, siamo Caput Mundi, siamo la storia. Tra qualche giorno la Roma va a giocare a Londra col Tottenham e noi dobbiamo andarci orgogliosi della nostra storia e della nostra maglia e lo devono fare anche i giocatori, visto che non sempre lo fanno”.