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Roma, pieno d’amore per De Rossi: il tenero abbraccio con un tifoso e il sorriso sul ritorno | VIDEO CM.IT

Daniele De Rossi torna a parlare dopo l’esonero di oltre due mesi fa: la reazione sulle vicende giallorosse

Daniele De Rossi è intervenuto alla sesta edizione di ‘Sport Industry Talk’ al Maxxi di Roma, dove sul palco è stato intervistato da Walter Veltroni. Nessuna domanda o riferimento particolare ovviamente ai giallorossi e al momento attuale, così come ha chiarito da subito di non rilasciare dichiarazioni a margine. Il tema del suo ritorno alla Roma, soprattutto ora con la presenza di Ranieri, è sempre attuale. “Ti ha chiamato il mister?”, gli chiediamo mentre esce – abbracciato all’ex dirigente della Roma Giampaolo Montali (di cui si è parlato in passato come possibile nuovo Ceo) – ma senza ricevere risposta. Un sorriso però se lo lascia scappare con un signore che poco prima gli ha chiesto la foto. Una scena tenerissima in cui De Rossi lo aiuta a scattare il selfie, poi la reazione al ‘torna presto’.

De Rossi – calciomercato.it

L’ex allenatore della Roma, che ha avuto modo anche di salutare Urbano Cairo, è stato letteralmente sommerso dall’affetto dei tifosi, ragazzi e non solo, che gli hanno chiesto una firma o magari una foto. Lui si è fermato con tutti con la solita estrema disponibilità. Ma appunto, con la bocca cucita sulle vicende giallorosse. Sul palco, invece, aveva parlato soprattutto di compagni e avversari e argomenti vai: “Quando vince Sinner siamo contenti, se lo fa in Coppa Davis siamo ancora più felici. Per chi tifa avere qualcosa o qualcuno che li rappresenti è importante. Ci sono poi tanti atleti che rappresentano una squadra che li paga. Proseguire tutta la carriera in una squadra ha un sapore particolare, poi le tentazioni ci sono. Ogni tanto ci pensi e dici “vado a fare un giro da un’altra parte. Ma alla fine rimani per quel sentimento forte”.

De Rossi: “Gasperini il migliore degli ultimi 15 anni. Seedorf mi faceva venire la febbre”

Poi sull’importanza della vittoria e dei trofei alzati: “Non è solo la vittoria a renderci felici, ma di sicuro ci rende credibili e belli alla gente. Il più grande allenatore degli ultimi 15 anni è Gasperini, ha cambiato la vita a una città e a un club. Non ha solo vinto, ma ha cambiato una dimensione. Però è diventato affascinante dopo aver vinto l’Europa League, a volte i trofei li perdi per un rigore o per un episodio e ti giudicano in maniera diversa. E questo è un peccato. Oggi chi lo critica ci pensa due volte, lo stesso è successo a Spalletti dopo lo scudetto di Napoli. Prima a molti sembravi scemo se dicevi che era un grande. Io non ho vinto tantissimo con la Roma, ma ho vinto un Mondiale. Non ricordo con più brividi quella vittoria piuttosto che la sconfitta agli Europei del 2012″.

Daniele De Rossi
De Rossi – calciomercato.it

E ancora De Rossi risponde così sul compagno più affascinante calcisticamente con cui ha giocato in carriera: “Francesco (Totti, ndr), ci ho giocato tanti anni insieme ed era affascinante anche per i suoi compagni. Oltre a essere il più forte aveva questa luce, questo carisma silenzioso. Lui parlava coi gesti, c’era sempre quando eri in difficoltà. L’ho vissuto da tifoso e da compagno. L’avversario? Zidane, un uomo che sembrava cupo ma era bello a vedersi, fortissimo. Il più difficile da marcare è stato invece Seedorf. Era più intelligente, più tecnico e più forte fisicamente di me. Mi ha fatto venire qualche linea di febbre dopo che l’ho affrontato”.

Poi un accenno alle sue ultime esperienze: “Le doti che servono per allenare una squadra? L’altruismo, lo era da calciatore e lo è anche da allenatore. Alla Spal ero visto come un oggetto non identificato, mi vedevano come ex giocatore e serviva la chiave giusta per essere credibile e dirgli che erano più importanti di me. Nella Roma sono entrato da bandiera, per molti ero un amico e anche lì bisognava essere vicino a loro ma non dargli troppo spazio. Bisogna saper gestire e accompagnare gli umori sia dello staff che della squadra. La parte mentale di gestione è importante, poi ovviamente ci vuole la conoscenza calcistica ma la gestione del gruppo è fondamentale”.

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