Inter e Milan sotto i riflettori per il caso ultras, ecco come il Ministro per lo Sport si esprime sulla vicenda
A margine della Sport Industry Talk al Maxxi di Roma, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha parlato a Calciomercato.it di diversi temi di attualità, toccando tra i vari argomenti le vicende che riguardano Inter e Milan e anche le voci sul possibile nuovo ruolo di Alessandro Del Piero come presidente della Figc viste le imminenti elezioni.
Sulla questione dell’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan: “La cosa più importante in questo momento, al di là della necessità di attesa, è capire che questo fenomeno non è passeggero, si è manifestato in modo esplicito, clamoroso e per certi versi drammatico a Milano. Non parliamo di esuberanza della curva o di una parte, e voglio dire che è sempre bene non generalizzare, non parliamo di cori o di razzismo, che va perseguito in maniera sempre più efficace attraverso anche la tecnologia, ma di criminalità organizzata, che si inserisce nelle maglie del tifo, che si manifesta con violenza, sopraffazione, minacce anche dentro una curva, che ha generato morti e che ha accumulato risorse finanziarie e armi in una dimensione che non immaginavamo. Con tutta la cautela necessaria, ma mi aspetto un segnale dalle istituzioni sportive e da quelle calcistiche in particolare perché non venga sottovalutato il tema e perché ci si predisponga ad aprire procedimenti, che saranno certamente alimentati dalle indagini della Procura di Milano, ma che devono aprirsi anche per la specificità della Giustizia Sportiva, che non è un doppione della Giustizia Ordinaria, ma si muove su presupposti di mancato rispetto delle norme sportive, dei principi di lealtà, correttezza e probità. Questo vale per tante questioni, che vorremmo emergessero con chiarezza per la credibilità del sistema sportivo e di quello calcistico in particolare”.
Si aspetta sanzioni per le società coinvolte?
“Non mi aspetto sanzioni, ma che vengano valutati i fatti per come sono emersi, aspettando anche la forma determinata dall’inchiesta della Procura, ma tenendo conto della complementarietà delle norme sportive, che prevedono che non ci siano rapporti tra tesserati e delinquenze che si nascondono dietro il tifo, che non devono essere oggetto di una generalizzazione di un giudizio, anche perché ci sono decine di migliaia di ragazzi che vanno per il piacere di cantare, gioire e seguire la propria squadra. Dobbiamo essere meno grossolani e più chirurgici nel giudizio, ma resta il fatto che ci sono norme federali che prevedono che non ci siano rapporti di nessun genere tra tesserati e queste frange limitate, ma pericolose. E ormai mi sembra che sia conclamato, così come è evidente che questo tema non riguardi solo Milano, bisogna soltanto avere il coraggio di affrontare l’argomento e di non aspettare perché ogni giorno in silenzio viene male interpretato”.
Ne ha parlato con i vertici di Inter e Milan?
“Non ne ho parlato con i vertici dei club, ma con quelli della Federcalcio”.
FIGC, Abodi su Del Piero presidente: “E’ un nome che non si discute”
Queste, poi, le dichiarazioni di Abodi sulla candidatura di Del Piero come presidente della FIGC e sui possibili scenari: “Il suo è un nome che non si discute dal punto di vista della qualità della persona, che ha dimostrato di esprimere qualità non soltanto in campo, ma anche fuori e questo non è un tema scontato”.
“Il meccanismo elettivo ha delle regole che non possono essere né modificate, né turbate – ha proseguito – Mi fermo al giudizio sulla persona, poi è giusto che il sistema federale trovi la risposta per i prossimi 4 anni, che passa attraverso l’identificazione di una persona e poi si deve concretizzare con un programma da realizzare. I 4 anni che si stanno vivendo hanno visto grande tensione all’interno del sistema, una personalizzazione del confronto che è diventato scontro. Io penso che la Federazione debba essere al di sopra delle contese, debba saper unire e debba incessantemente dialogare soprattutto con la Serie A, senza mancare di rispetto alle altre componenti, che sono tutte importanti nella diversità dei ruoli. Mi auguro che si apra una fase nuova di collaborazione perché la comitiva del sistema che è la Serie A possa essere messa nelle condizioni per lavorare al meglio, superando personalismi che fanno sempre male”.
È meglio avere più candidati o averne uno unico?
“Se non ricordo male il presidente Gravina è stato candidato unico e ha preso il 97% dei voti, quindi probabilmente bisogna anche interrogarsi sul perché si sia rotto un consenso così ampio e non siano stati raggiunti gli obiettivi e per cambiare qualcosa c’è stato bisogno di un emendamento parlamentare. La modalità migliore per nobilitare l’autonomia dello sport è quella di fare, innovarsi e modificare anche le regole interne senza bisogno di interventi esterni. Quando questi arrivano significa che ci siamo resi conto dell’impossibilità di affrontare i problemi dall’interno”.