A Buneos Aires le due squadre brasiliano metteranno in vetrina i propri talenti: non solo Igor Jesus e Luiz Henrique
Ricca di paradossi, aneddoti e attimi di follia che a volte accompagnano il cammino delle squadre sudamericane, la Copa Libertadores si appresta a vivere il suo ultimo atto (sabato 30 novembre alle 21), in una cornice che incarna alla perfezione la natura ontologicamente ossimorica di questa storica e affascinante competizione. Al Monumental di Buenos Aires si celebrerà, infatti, il sesto trionfo consecutivo del calcio brasiliano, nello stadio dell’ultima squadra argentina che ha alzato al cielo il trofeo: il River Plate.
Ancora una volta, a fronteggiarsi su uno dei prati più iconici al mondo ci saranno infatti due squadre verdeoro. Da un lato c’è il Botafogo di Artur Jorge che, a proposito di paradossi, rappresenta l’espressione più elevata della costellazione Textor, che comprende anche il Lione pieno di debiti e retrocesso in via cautelare in Ligue2. Dall’altro c’è l’Atletico Mineiro di Gabi Milito, che ha saputo creare una giusta alchimia tra esperienza e gioventù, riscattando un campionato anonimo.
Rimasta l’unica big di Rio de Janeiro a non aver ancora vinto la Libertadores, O Fogão in caso di successo raggiungerebbe proprio l’Atletico a quota uno nell’albo d’oro della competizione. Indicato da tutti i bookmakers come favorito anche in virtù del primo posto in campionato riconsolidato grazie alla vittoria di mercoledì in casa del Palmeiras, O Glorioso è ormai da settimane una delle squadre brasiliane maggiormente monitorate dagli osservatori europei.
Diversi club di Premier League, tra cui Arsenal, Fulham, Newcastle e West Ham, hanno messo nel mirino Igor Jesus. Con 3 gol e 2 assist in 5 presenze in Libertadores, l’attaccante è stato uno dei trascinatori dei bianconeri di Rio e ha visto salire il suo prezzo sopra i 30 milioni di euro anche grazie al suo gol all’esordio con la maglia del Brasile. Il 23enne di Cuiabà non è tuttavia l’unico fiore all’occhiello del Botafogo. Partendo dalla difesa, anche gli emissari italiani hanno preso nota su Cuiabano.
Rientrato a fine ottobre da un infortunio, il terzino sinistro ha collezionato 4 gol e 2 assist in stagione. Nel mirino del Porto come erede di Wendell, in scadenza a giugno 2025, il 21enne piace anche a Nizza, Spartak Mosca e club inglesi. Spostandoci sulla trequarti, non hanno certamente bisogno di presentazioni Luiz Henrique e Thiago Almada. Munito di passaporto italiano, quest’ultimo da gennaio dovrebbe trasferirsi a Lione, ma le difficoltà del club gemello potrebbero costringere Textor a cedere immediatamente il calciatore. Nonostante non sia più giovanissimo (28 anni), uno dei bianconeri maggiormente apprezzati dagli operatori di mercato è Jefferson Savarino. Venezuelano con passaporto italiano, il numero 10 alvinegro ha messo a referto 12 gol e 13 assist in stagione.
Spostandoci a Belo Horizonte, oltre al grande apporto di esperienza e gol dato dai vari Hulk, Edu Vargas, Gustavo Scarpa e Guilherme Arana, ci sono alcuni giovani che, benché non siano dei titolarissimi, hanno attratto le attenzioni dell’Europa: Rubens (23) come terzino sinistro e Alisson Santana (19) come attaccante esterno.
Reduce dalla fallimentare esperienza al Bayer Leverkusen, Paulinho ha realizzato 19 gol, di cui ben 7 in Libertadores, e 4 assist in stagione. Con il numero 10 sulle spalle, il 24enne di Rio de Janeiro ha saputo rilanciare la sua carriera e contro il Botafogo avrà una motivazione in più essendo tifoso del Fluminense e venendo dal settore giovanile del Vasco da Gama, rivali cittadini dei bianconeri.
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