Il presidente della Federcalcio conferma di voler andare avanti: “Se lasciassi farei il gioco di chi mi vuole male”. Poi fa mea culpa per Euro 2024
Sono mesi di cambiamenti per il calcio italiano, almeno potenziali, anche nei suoi vertici dirigenziali. Perché a dicembre sono previste le elezioni del presidente della Lega Serie A e a febbraio quelle per la nuova guida della Figc. Nuova almeno in teoria, perché ad ora tutto porta verso la conferma di Gabriele Gravina.
Che finalmente ha sciolto le riserve confermando la sua candidatura in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’: “Non è stata una decisione facile, ma molto ponderata”, ha detto l’attuale presidente della Federcalcio che ha raccontato di aver preso questa decisione anche per non darla vinta a chi cerca di sabotarlo: “Certe forme di aggressione che ho ricevuto nelle ultime settimane, e che non hanno precedenti in un Paese civile come l’Italia, non mi hanno impedito di andare avanti. Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono. Ho la capacità e la serenità di andare a testa alta e la coscienza a posto. Non ho commesso nessun reato. Però è inaudito tutto quello che mi sta accadendo”. Gravina poi continua: “Sono stato tentato più volte di chiudere il mio impegno in Figc, ma bisogna completare un percorso condiviso. Sono stato combattuto, non è stata una decisione facile, ma è stata responsabile”.
Gravina quindi non fa un passo indietro, piuttosto lo fa avanti nonostante l’inchiesta penale ancora aperta: “Sono uscito indenne sul piano giudiziario, eppure sono stato infangato. Ho fiducia nella giustizia e sono certo che la colata di fango si esaurirà. Se non mi candidassi farei il gioco di chi mi vuole male”. Ad ora, però, manca l’appoggio della Lega Serie A alla sua ricandidatura: “Lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Voglio condividere il percorso con la Lega di A come con tutti gli altri”.
Nei giorni scorsi è avanzata anche l’ipotesi di una candidatura di Alessandro Del Piero alla presidenza della Figc: “Non entro nel merito. Alex è stato un grande campione e ha dato tanto al calcio mondiale e alla maglia azzurra. Ho tentato di coinvolgerlo in Federcalcio, ma i suoi impegni lo hanno sempre portato in giro per il mondo. Però ci vuole qualcuno che ti candidi. E vale anche per lui”. Gravina poi tira un bilancio e definisce la vittoria dell’Europeo 2021 la più grande soddisfazione come risultato tecnico mentre in Germania “anche io potevo fare meglio. Nella preparazione si è generata un po’ di confusione e non siamo stati in grado di dare il giusto supporto a Spalletti. Poi ho una macchia enorme: i Mondiali. Però i rigori non li tiro io…”
Su Spalletti: “Già la sera dell’eliminazione, era pronto a rimettere il mandato, è una persona molto seria, lavora 7 giorni su 7 e lo apprezziamo sempre di più. La sua permanenza sulla panchina azzurra non è mai stata in discussione“. Infine, Gravina torna a invocare un aiuto maggiore da parte della politica.
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