Claudio Ranieri prende la parola in conferenza stampa a due giorni dal big match contro l’Atalanta, fondamentale per raddrizzare una classifica pessima
La Roma riparte dopo il pareggio contro il Tottenham, incoraggiante per il risultato e soprattutto per la prestazione contro un avversario di alto livello, ma davanti c’è l’Atalanta che può essere considerata la squadra più in forma d’Europa in questo momento.
Lunedì sera i giallorossi sono chiamati a una specie di impresa all’Olimpico, con una classifica che in Serie A continua a peggiorare. A due giorni dal big match contro la Dea, Claudio Ranieri prende la parola in conferenza stampa da Trigoria. Su Calciomercato.it le sue dichiarazioni dalle 13:
Darà continuità alla formazione e il tipo di squadra visti con l’Atalanta o giocherà con un centrocampista in più? “L’uno o l’altro (ride, ndr). Dobbiamo parlare dell’Atalanta. Avevo detto a un meeting a fine campionato scorso, dissi che l’Atalanta è l’orgoglio di noi italiani. Stiamo affrontando la terza squadra di fila con una certa filosofia, di attaccare sempre. L’Atalanta è una macchina perfetta, complimenti a Percassi. All’inizio diceva che dovevano salvarsi e intanto scalavano. Ora cercano il massimo, tornare in Champions. Affrontiamo una squadra oserei dire perfetta. E noi abbiamo rivisto un barlume, rivedendo qualcosa di positivo. Ora dobbiamo rendere orgogliosi i nostri tifosi, anche se non stiamo bene come vorrei, non si può avere tutto e subito. Le note ‘negative’ di Napoli le hanno capite e recepite, col Tottenham potevamo prendere tanti contropiedi, ma abbiamo fatto bene perché ci hanno annullato tre gol e abbiamo tirato spesso. Poi possiamo vincere o perdere, ma affrontiamo una squadra che da settembre ha fatto 10 vittorie e 2 pareggi con 3 gol la partita. Ha statistiche incredibili, ti mangia. Non voglio che i miei giocatori vengano mangiati, voglio vedere una gran bella partita. Questo io stimolerò. Nell’ultima gara in casa sono andati via prima i tifosi, stavolta vorrei che restassero e che pensassero che i giocatori abbiano fatto tutto quello che dovevano. Al di là dei sistemi di gioco, perché il sistema lo mettiamo su carta ma è mobile”.
Quanto è importante risentire una certa identità? “Dobbiamo fa rinnamorare i nostri tifosi, che sono magnifici. E se le cose non vanno bene dicono cose che dobbiamo fare. Dobbiamo dare il massimo e i tifosi lo capiscono se lo facciamo”.
La posizione perfetta per Saelemaekers? “Noi cerchiamo sempre giocatori che sappiano interpretare più situazioni. Lui ama molto stare alto sul centro-sinistra ma mi ha detto che si trova bene anche a destra, io lo vedo proiettato in avanti. Anche a Dovbyk dico di non tornare mai indietro, ma ha fatto un recupero pazzesco. Se lo fa una volta mi piace, ma non sempre. Saelemaekers non ha i 90 minuti, ma si vede come è entrato. Stiamo tornando quelli che i tifosi conoscono”.
Il progetto Roma è quello sul modello Atalanta? E l’allenatore è alla Gasperini? “Finché mi dice modello Atalanta mi piace, sull’allenatore no. Noi ci rapportiamo alla nostra visione. Tutti i tennisti devono sembrare tennis, nel calcio l’Atalanta. Va presa come modello, come no, ma ognuna con le proprie qualità e caratteristica. Io sono italiano, mi auguro che tutte vadano avanti. Questo è importante, hanno saputo creare un modello, dalla base, perché anche Gasperini . Bisogna levarsi il cappello e fare i complimenti a tutta la società, i Percassi, la dirigenza, tutto, stanno tutti remando in un’unica direzione. Noi abbiamo giocatori, cerchiamo di riportarli alla loro bellezza e sarà l’allenatore a dirci ‘questo sì e questo no’, noi cercheremo di accontenarlo. Un detto inglese dice ‘Roma non è stata fatta in una notte’. Siamo romani, quindi dateci un po’ più di tempo”.
Lei e Gasperini avreste meritato di vincere di più? “Gasperini avrebbe meritato di vincere in più. Io sono contento, sappiamo i nostri momenti storici. Sono super soddisfatto della mia carriera”.
Siete così diversi lei e Gasperini? “Sono tanti i figli di Gasperini che giocano in quella maniera. Io cerco di fare il meglio con i giocatori che ho. Non ho un sistema definito, definiti sono i miei giocatori. Io cerco di metterli tutti nel posto migliore, poi a qualcuno devo chiedere un lavoro extra. Mi sento un allenatore che riesce a tirare fuori il meglio da ogni giocatore in ogni situazione. Anche perché quando mi hanno mandato via chi è venuto dopo di me non ha fatto meglio, a 73 anni mi permetto questa presunzione”.
Sulla gestione di Dybala e Pellegrini. “Dybala lo valuto partita per partita, so che può avere dei problemini. A Londra l’ho fatto uscire perchè avevo bisogno di un giocatore che pressasse l’avversario nella propria area. Quando si è acceso ha fatto cose meravigliose, dall’assist per El Shaarawy al tiro. Soulé non ha fatto quelle cose meravigliose, ma mi ha dato. A Lorenzo ho detto che sta correndo come un pazzo, sente il peso della situazione, ma voglio che si diverta, stacchi la corrente e si resetti. Così tornerà il centrocampista. Ho avuto due centrocampisti fenomeni a fare i gol, uno è Lampard l’altro è Pellegrini. Quanti ce ne sono come lui? Io aiuto la Roma. A lui ho detto ‘questo è il mio programma’. Quanto dura? Dipende quando riattacchiamo la spina. Nel calcio non si può dire. In allenamento ha ricominciato a trovare la porta e il gol, sta cominciando quel processo di ricrescita di cui ha bisogno. Lui è un ragazzo sensibile e introverso, soffre più di tutti. Ho letto che le colpe di De Rossi e del suo esonero sono le sue, ma non è vero niente di niente. E i tifosi devono sapere la verità. Né Pellegrini, né Cristante né Mancini sono responsabili dell’addio di De Rossi. Anzi, hanno fatto i pazzi per farlo rimanere”.
Dovbyk sta segnando pochissimo: problemi fisici o la squadra non lo serve bene? “Tutte e due le cose. Ha avuto un problema al ginocchio, non lo stiamo aiutando e ho fatto vedere alla squadra dei filmati. Ora sta meglio comunque. Non dobbiamo caricarlo di responsabilità, ma diamogli le palle di cui necessita, è il nostro bomber”.
Ha lavorato sulla maggiore verticalizzazione? “Li costringo ad andare sempre in avanti. Io sono tifoso del calcio oltre che della Roma. Sono contento quando due squadre provano a farsi gol. In questi mesi sapete quante volte cambiavo canale quando le squadre giocano la palla dietro. E magari vedevo un film. La partita col Tottenham è stata bellissima, la gente si è divertita, poi poteva finire 5-5, 5-2 per loro o per noi. Io voglio che la gente venga allo stadio e dica ‘finalmente abbiamo provato a vincere’. Nel ’97 sono arrivato in Spagna, dicevo in allenamento che la porta era da un’altra parte. Non c’era il tiki taka, ma c’era un grande conoscitore di calcio come Valdano. Poi quando sono andato via è venuto Cuper e sono andati due volte in finale di Champions, con quei ragazzi che avevo messo io in campo. Bisogna fare un mix di esperienza e gioventù che porti a divertire la gente. Perché noi italiani non siamo sportivi, siamo vincenti”.
A dicembre la Roma avrà un calendario migliore. “Non ho mai visto il nome dell’avversario dall’altra parte. Dico sempre bussiamo e vediamo chi c’è dall’altra parte, sono tutte squadre che vogliono batterti con le loro qualità e strategie e noi dobbiamo essere bravi e furbi nel vincere. Il calcio è semplicità, la cosa difficile è renderlo semplice”.