Continuano a far discutere le dichiarazioni rilasciate da Fonseca dopo la vittoria in Champions contro la Stella Rossa
I tre punti conquistati al fotofinish, grazie alla rete realizzata da Tammy Abraham dopo la traversa colpita da Francesco Camarda, non hanno soddisfatto pienamente l’allenatore del Milan, Paulo Fonseca.
Al termine della partita, ai microfoni dei giornalisti delle emittenti televisive e in conferenza stampa, il tecnico portoghese non le ha mandate a dire: “Devo prima parlare con la squadra, voglio analizzare. Sono cose che per me sono chiare. Non è una questione di tattica, di tecnica, arriviamo a questa partita decisiva e avere la sensazione di non fare tutto per vincerla è la peggiore sensazione possibile. La nostra squadra è una montagna russa. Oggi stiamo bene, domani non lo so, è impressionante. So che lavoro tutti i giorni per preparare la squadra, per fare bene. Non so se tutti nella nostra squadra possono dire questo. Abbiamo l’obbligo di arrivare qui oggi e fare tutto per vincere e non lo abbiamo fatto”. Situazione, dunque, incandescente quella che si respira a Milanello dove ieri c’è stato un confronto tra lo stesso Fonseca e i calciatori.
Successivamente, c’è stato anche un colloquio tra Zlatan Ibrahimovic e l’allenatore del Milan, mentre al campo d’allenamento non si era presentato nessuna della dirigenza rossonera alla ripresa degli allenamenti. Oggi, invece, attraverso i social è arrivato un post, di libera interpretazione, del portiere Mike Maignan che ha tirato in ballo anche Davide Calabria e Theo Hernandez. Insomma, un clima decisamente caldo, a dispetto delle condizioni climatiche, quello che si respira in questi giorni nello spogliatoio meneghino. E, inevitabilmente, continuano a far discutere.
Ad intervenire sulla questione, tra gli altri, anche il giornalista Mimmo Cugini: “Uno che fa queste dichiarazioni e vuole dare le dimissioni arriva e dice ‘guardate, ho parte della squadra contro, me ne vado’ – le sue parole a ‘Sportitalia’ – No, lui invece manda un messaggio e dà l’impressione di volersi far mandare via. Ma se la società non lo manda via, la situazione diventa assolutamente esplosiva, ingestibile. Se il club lo vuole tenere, il giorno dopo gli dice ‘dimmi i nomi dei giocatori che ti sono contro, a gennaio li vendiamo e facciamo una bella rivoluzione così ripuliamo lo spogliatoio’. Così farebbe una società normale, gestita in maniera normale. Invece Fonseca dice una cosa del genere e la società, che già a Bergamo lo aveva scaricato, non fa nulla. È evidente che non c’è rapporto tra l’allenatore, il club e i calciatori. E la vera domanda è per quale motivo sia ancora sulla panchina del Milan“. Vedremo se arriverà la risposta a questo interrogativo nelle prossime settimane.
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