Il nuovo tecnico e futuro dirigente giallorosso ha dato fiducia e lanciato il terzino arabo facendo rinascere tanti altri calciatori: ora le prospettive cambiano
Effetto Ranieri. Si può tranquillamente definire così quello che la Roma ha creato nello spazio di meno di un mese, in particolare negli ultimi cinque giorni. E che ha portato i giallorossi a vincere due partite di fila come non accadeva da aprile, il derby con la Lazio più la gara di San Siro col Milan in Europa League. Allo stesso modo a segnare almeno tre gol in due partite consecutivecome non accadeva invece addirittura da febbraio 2024, quasi un anno fa (Monza e Brighton). L’ultima volta che i capitolini avevano segnato tre reti in una partita era datato 25 settembre, l’esordio di Juric con l’Udinese.
E poi una marea di occasioni create, oltre 50 tiri tra Lecce e Braga, una produzione offensiva che non si vedeva da una vita da queste parti. Ma soprattutto, al netto di un attacco non particolarmente ispirato in fase realizzativa, quella romanista è una cooperativa del gol visto che con Ranieri sono arrivati 9 gol con 9 marcatori diversi. Ora la Roma è viva, corre, lotta, crea e questo grazie a diversi giocatori che sir Claudio ha fatto rinascere, o magari nascere. Hummels è l’esempio più lampante, un difensore tra i top mondiali negli ultimi anni “non adatto” al calcio di Juric e ovvio e naturale perno difensivo di questa squadra. E poi c’è Paredes che il campo non lo aveva proprio più visto e stava già preparando le valigie mentre ora è meritatamente inamovibile. Lo stesso Manu Koné che in questo momento è il giocatore più forte della Roma per qualcuno doveva ancora “crescere” e quindi veniva impiegato a corrente alternata.
Pellegrini ieri ha già raccolto i primi frutti della terapia d’urto a cui lo ha sottoposto Ranieri, ovvero staccare la spina e pensare solo a recuperare mentalmente e fisicamente. Gol e soprattutto applausi. Idem Zalewski, che ieri ha fatto l’assist e poteva anche arrivare al gol. Dybala invece è tornato a giocare tre partite di fila da titolare quasi tre mesi dopo l’ultima volta. E poi che dire di Abdulhamid, da oggetto misterioso a nuovo beniamino della Curva Sud, già diventata scherzosamente Curva Saud.
“Lo vedevo spingere in allenamento, mi chiedevo cosa sarebbe successo se l’avessi fatto giocare dall’inizio. Ho detto alla squadra di dargli la palla, non potevo lasciarlo fuori visto come si allena”, ha spiegato Ranieri. Che gli ha dato fiducia dopo gli 85 minuti non proprio indimenticabili giocati con Bilbao ed Elfsborg tra settembre e ottobre. Fino all’arrivo di Ranieri non aveva più giocato, invece l’allenatore lo ha inserito già qualche minuto a Napoli, poi lo ha fatto entrare con il Lecce dopo l’infortunio di Celik. Inizio pessimo col rigore causato, poi un costante crescendo con tanto di assist.
E poi la conferma dall’inizio contro il Braga, premiato con una prestazione super e un gol storico, il primo di un arabo in Serie A. E non che Ranieri non avesse altre possibilità. Tra El Shaarawy, Saelemaekers e Zalewski impiegabili sulla fascia destra, lui ha scelto Saud, ci ha puntato e il rischio ha pagato. E tutti sono impazziti per lui, dai romanisti che ironicamente hanno riempito i social di montaggi sui grandi del passati facendolo diventare Cafud Abdulhamid. O dedicandogli canzoni. E gli account arabi ovviamente da ore lo stanno esaltando, sceicchi compresi. Una serata che ha avuto anche un riflesso enorme a livello di marketing.
L’ex Al-Hilal è ancora un po’ timido, lo ha detto Ranieri sottolineando che dovrebbe essere più sfrontato per le doti fisiche che ha, lo abbiamo visto tutti nel siparietto dell’intervista a ‘Sky Sport’ nell’immediato postpartita. Tutto questo è il nuovo punto di partenza della Roma, che è già all’opera tra mercato e nuovo allenatore. Il ds Ghisolfi ha rivelato che presto arriverà la scelta, il club sta ponendo basi per il futuro prossimo. Una programazione e una solidità che non si vedeva da parecchio a Trigoria e che sicuramente trasmette sensazioni molto diverse a chi, allenatori e calciatori, può arrivare alla Roma. Per fare un esempio, Massimiliano Allegri. Effetto Ranieri, appunto.
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