L’attaccante della Roma sta vivendo una stagione a dir poco tormentata e ora sta provando ad alzare il livello: non segnava da 45 giorni, a gennaio aspetta anche lui un innesto
Artem Dovbyk si è stappato. Dopo neanche 20 minuti l’ucraino mette il timbro sulla partita contro la Sampdoria praticamente quasi chiudendo il match (ci ha pensato poi Baldanzi poco dopo) e la qualificazione ai quarti di Coppa Italia dove la Roma affronterebbe il Milan. Era forse la notizia più importante che tutti aspettavano da questa serata, il ritorno al gol dell’ex Girona che non bucava la rete da inizio novembre, il ko contro il Verona al ‘Bentegodi’. All’Olimpico, invece, l’ultima gioia era datata 24 ottobre con la Dinamo in Europa League.
Un digiuno un po’ troppo lungo per un attaccante pagato quasi 40 milioni. Dovbyk non giocava titolare da tre partite, perché a Lecce era finito fuori causa febbre, poi Ranieri lo aveva tenuto in panchina sia contro il Braga che a Como. E proprio al Sinigaglia una delle sue partite peggiori, da peggiore in campo. Oltre ad aver deluso per prestazioni e gol, la questione su di lui è più che altro relativa alle sue condizioni fisiche. Quasi da inizio stagione Dovbyk fa fatica ad allenarsi con continuità e in modo completo, a causa di qualche problema al ginocchio. In più i compagni di certo non l’hanno aiutato, servendolo poco e male.
Ranieri ha ammesso di aver parlato con la squadra per fare in modo di dare un sostegno migliore e più adatto al numero 11, ma prima di tutto ha spiegato che deve stare al 100%. E un po’ come per Pellegrini la cura è stata per ora un po’ più di riposo.
Ginocchio, tendini e febbre: il calvario di Dovbyk. E ora spera anche lui nel mercato
Il problema è l’assenza totale di alternative, a differenza di centrocampo e trequarti in cui la Roma ha più soluzioni. Per questo si è impegnato Dybala lì davanti, con fortune alterne, mentre Shomurodov è finito nel dimenticatoio. Ulteriore segnale di quanto a gennaio serva una punta di un certo peso. In grado di fare il vice-Dovbyk ma pure di fare il titolare per permettergli di recuperare la forma.
Dicevamo del problema ormai cronico al ginocchio che l’ucraino si porta dietro da mesi, acuito in nazionale ma senza mai la possibilità di fermarsi e risolvere la questione. A questo si è aggiunta una fastidiosa tendinite e poi uno stato febbrile (uno dei tanti a Trigoria) persistente che lo ha debilitato e disinnescato ulteriormente. Per questo negli ultimi giorni sta continuando a seguire un programma di recupero personalizzato. Certo la Samp di stasera, quindicesima in Serie B e fresca di cambio allenatore che l’ha imbottita di seconde linee, non è avversario probante. Ma a volte anche segnare gol facili facili contro squadre inferiori per un attaccante è utilissimo alla fiducia e alla confidenza con la rete. E il digiuno lo sentiva parecchio, si è notato dalla rabbia con cui ha esultato, scagliando pure il pallone lontano. Ora può ripartire da qui, sperando che dal mercato arrivino comunque rinforzi necessari.