Il Milan guarda al futuro con Gerry Cardinale che a sua volta ha provato a spiegare la strategia attraverso la quale sta provando a gestire il club rossonero
Campo e futuro si intrecciano in questo periodo in casa Milan. I rossoneri guidati da Paulo Fonseca hanno incamerato tre punti pesantissimi nell’anticipo di venerdì contro il Verona grazie ad un gol di Reijnders, mentre la società continua a muovere pedine importanti nello scacchiere del futuro.
Gerry Cardinale ha infatti trovato un accordo con Elliott sul vendor loan, il quale va ad allungare i tempi per la restituzione del prestito a luglio del 2028. Nella nota dei giorni scorsi si leggeva di “un ulteriore investimento di €170 milioni da parte della proprietà di AC Milan, RedBird Capital (“RedBird”), che riduce la quota capitale del prestito a €489 milioni, con scadenza ora fissata a Luglio 2028″.
Un nuovo assetto quindi per il prossimo futuro con una serie di strategie che lo stesso Cardinale ha provato a spiegare in un intervento alla Harvard Business School che ha pubblicato un documento in cui analizza il caso Milan: “Non sto cercando di americanizzare il club, sto cercando di introdurre elementi americani che possano aiutare a portarlo al livello successivo”.
Cardinale scatenato “Dopo lo scudetto l’Inter di Zhang in bancarotta”
Da parte di Cardinale non è quindi mancata una stoccatina a distanza ai cugini dell’Inter: “Vincere campionati è un obiettivo importante ma bisogna farlo con intelligenza. L’Inter ha vinto lo scudetto l’anno scorso e poi è andata in bancarotta (riferimento a Zhang che ha dovuto cedere il posto a Oaktree, ndr)”.
Al netto della frecciatina a Zhang e ai nerazzurri, Cardinale si è anche espresso sulla vicenda stadio: “Possiamo ristrutturare San Siro o costruirne uno nuovo, per la cifra che spenderemmo nel primo caso potremmo probabilmente fare un impianto moderno che rifletta lo status attuale dei club come società di intrattenimento per eventi dal vivo. Ma costruire stadi in Italia è una sfida”.
In relazione allo stesso documento pubblicato dalla Harvard Business School sono molto interessanti le parole di Furlani su Maldini: “È stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club dovevamo cambiare e andare avanti”.
In merito alla cessione di Tonali invece racconta un aneddoto: “Ho capito che non c’è modo di sfuggire a quello che dicono in televisione o scrivono sui giornali. Ti colpisce davvero nei giorni negativi. E poi ci sono giorni ancora peggiori, come quando ricevo minacce di morte, per esempio quando abbiamo venduto Tonali, uno dei nostri migliori giocatori. È in quei momenti che ho pensato: ‘Okay, queste cose non te le insegnano alla Harvard Business School”.