La prima parte di stagione del capitano nerazzurro è stata al di sotto delle aspettative: appena 6 i gol messi a segno in 20 presenze
Un mese e mezzo è tanto, forse tantissimo per un attaccante. A maggior ragione per uno del calibro di Lautaro Martinez, capocannoniere della scorsa Serie A – stravinta dall’Inter della quale è capitano – nonché dell’ultima Copa America che ha visto trionfare proprio la sua Argentina.
A poche ore dalla sfida col Como, che la squadra di Inzaghi è obbligata a non fallire per rispondere a Napoli e Atalanta rimanendo agganciata al treno Scudetto, in casa Inter risuona l’allarme Lautaro Martinez. Nello specifico riemerge un dato negativo sul numero 10 nerazzurro, che mette di nuovo in evidenza la sua preoccupante astinenza da gol.
Andando al nocciolo della questione: il classe ’97 di Bahia Bianca non va a segno da un mese e mezzo. L’ultimo timbro risale infatti allo scorso 3 novembre, nella gara casalinga contro il Venezia. Fu una rete pesante, considerato il punteggio finale di 1-0. Sembrava il gol della svolta, dato che arrivava dopo quello realizzato quatto giorni prima all’Empoli. Al ‘Castellani’ sfornò anche l’assist per il 3-0 di Barella che chiuse i giochi.
Se l’ultimo in campionato risale a inizio novembre, l’ultimo (e fin qui unico) in Champions League addirittura a ottobre. Precisamente al 1° ottobre, quando realizzò il 3-0 alla Stella Rossa. Il poker conclusivo lo timbrò poi Taremi, che gli aveva confezionato l’assist, a dieci dal termine.
Magari Lautaro Martinez interromperà l’astinenza da gol questa sera contro il Como, del resto contro le cosiddette ‘piccole’ è spesso implacabile. O meglio dire contro le neopromosse, castigate 20 volte in 24 incontri. L’ultima è stata appunto il Venezia.
Autore quest’anno di soli 6 centri oltre a 4 assist, il capitano dell’Inter ha motivato così le difficioltà in zona gol: “Sono un attaccante e vivo per segnare, però si deve analizzare la partita che uno fa – le sue parole al ‘Corriere della Sera’ – In questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra. È una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così”.
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