Il difensore giallorosso in conferenza stampa alla vigilia del ritorno di Europa League contro i portoghesi: alla Roma serve una vittoria
Cresce l’attesa per il ritorno del playoff di Europa League tra Roma e Porto dopo l’1-1 e le polemiche dell’andata per la direzione arbitrale di Stieler che ha fatto infuriare Ranieri nel postpartita.

Accanto al tecnico in conferenza stampa tocca a Gianluca Mancini presentare la partita che vale una stagione per i giallorossi vista l’eliminazione in Coppa Italia e il campionato ormai quasi compromesso.
“Sì ho recuperato, col Parma è stata una botta forte, si stava gonfiando e parlando col mister abbiamo deciso di togliermi. Ma ho recuperato”.
Le differenze su giocare da ‘braccetto’ di destra e centrale di difesa. “Fare il difensore di destra ti permette di essere più libero, pensare. Al centro devi controllare tutto, parli col portiere, vedi molte situazioni di campo, cerchi di tappare buchi e leggere le situazioni. Se sbagli si spalanca la porta all’avversario. Fa parte della difesa, mi trovo bene in qualsiasi posizione cerco di fare il massimo al meglio delle mie possibilità”.
Non è un buon momento per diversi ‘senatori’ della Roma. “Ti parlo di me, i miei compagni li vedo sereni, fanno il bene del gruppo, si allenano al 100%, danno il massimo sempre. Per il gruppo è importante vedere questo, abbiamo passato momenti terribili e il gruppo non si è mai sciolto. Sono qui da anni, sono orgoglioso, non ho mai visto un gruppo così”.
Ti vedi alla Roma fino a fine carriera? “Io qui sto bene, amo questa città, i tirosi mi apprezzano, mi riempie di orgoglio e mi fa dare tutto in campo. Io vivo il presente, ma se dovessi pensarci e parlarne non avrei problemi a dire che qui sto bene”.
Agli ottavi in caso di passaggio del turno potrebbe esserci il derby con la Lazio, per voi sarebbe indifferente? “Indifferente. Parliamo di ipotesi, e non possiamo parlare di ipotesi. Pensiamo a domani, poi quello che verrà verrà, Lazio o Bilbao è indifferente. Pensiamo a domani, poi in caso ci prepareremo”.
Sentite la tensione di una partita fondamentale? “La giusta tensione ci deve stare sempre, è una partita importante, ma la Roma negli ultimi anni ne ha giocate tante di queste partite e si diceva sempre la stessa cosa. Una partita da dentro o fuori, ci deve essere la giusta tensione, carica, tutti noi e i tifosi dovremo affrontare una grade partita contro una grande squadra”.
Hai studiato altri avversari oltre a Omorodion? “L’ho studiato, ci abbiamo giocato una settimana fa. Il Porto è forte, soprattutto in avanti hanno giocatori come Pepe e Moura, il ‘piccoletto’ che ha tecnica e velocità. Sono forti. In base a cosa sceglie il mister vedrò le caratteristiche di chi affronterò. Abbiamo dei video che ci fanno vedere tutti gli avversari”.
Sei migliorato nella gestione dei cartellini, sei più attento. Hai ancora degli step e su cosa puoi crescere? “Sotto l’aspetto dei cartellini, le proteste eccessive, se uno è intelligente – e mi reputo intelligente -, riguarda le partite. A fine anno tiro le somme, mi sono guardato allo specchio, dentro di me, mi sono detto ‘non posso saltare 3-4 partite per gialli e proteste senza senso’. Mi hanno aiutato gli allenatori, il mister le prime partite mi diceva sempre di non protestare, perché un giallo ti condiziona la partita”. E Ranieri aggiunge sorridendo: “Da avversario lo ‘odiavo’”. Riprende Mancini: “Di step a 28 anni ne ho ancora 1000. Devo migliorare in tutto, in marcatura contro avversari più ‘piccoletti’, quando c’è un compagno in difficoltà magari da giovane gli urlavo pensando di caricarlo ma alcuni hanno bisogno di altro. Con la maturità posso fare anche quello. Anche Totti imparava a 41 anni, Maldini, super campioni, anche se non mi metto al loro livello”.
Roma meno pericolosa sui calci piazzati. Come mai? “C’è bravura nostra ma anche casualità. A Porto c’era stato il colpo di testa di Cristante, ha fatto un grande intervento il portiere. Sul gol stacco male io, tira Angelino, poi col portiere che ha il lancio lungo, bravi, ma è un gol casuale. Come lo scorso anno ho fatto due gol di testa andata e ritorno e siamo passati (col Milan, ndr). Noi lavoriamo, ogni volta andiamo sui calci piazzati con la voglia di segnare. Nelle ultime due partite abbiamo preso delle ripartenze, ci abbiamo lavorato”.
Cosa ha portato Ranieri dal punto di vista temperamentale? “Quando il mister ha aperto la porta dello spogliatoio è come se il mio corpo si fosse rilassato e avesse tirato un sospiro di sollievo. Non ha bisogno di presentazioni, porta questo, ha allenato grandi campioni, poi ci ha rimesso a posto, ha lavorato sul concetto di squadra, sullo stare uniti, tante cose che ha il mister. Ci ha riportato il sorriso che mancava. Prima del suo arrivo non c’era più e questo sport è un lavoro sì ma deve esserci la felicità di allenarsi e andare in campo la domenica. Se non sei sereno te lo porti a Trigoria e poi a casa, ne risentono i risultati. Non abbiamo fatto ancora niente, ma qualcosa abbiamo fatto vedere”.