Le parole dell’allenatore spagnolo in conferenza dopo la sconfitta all’Olimpico in inferiorità numerica subita in rimonta
Il Como gioca alla pari con la Roma almeno per un tempo, poi il rosso a Kempf cambia la partita e i giallorossi riescono a rimontare in pochi minuti grazie ai cambi di Claudio Ranieri.

Battuta d’arresto che però non scalfisce le certezze di Cesc Fabregas in conferenza stampa:
Cosa manca a questo Como? “Abbiamo iniziato da zero sei anni fa, manca tanto. Globalmente è ora di giocare e fare passi in avanti, nel calcio se fai tre punti sei bravo sennò no. Oggi abbiamo vinto, non i tre punti, ma la continuità, una grande partita contro una grande squadra, perché abbiamo giocato con tanta personalità, abbiamo vinto contro una squadra che ha vinto col Porto. Vero che manca qualcosa, un pezzettino, ma è normalissimo nel nostro processo. Bisogna analizzare tutto, crescere, fare passo dopo passo. Siamo molto vicini però, vuol dire che in un momento qualsiasi può arrivare. Mi sono un po’ arrabbiato perché ho visto tutto così vicino, mi dispiace per i ragazzi. Ma mi piace che si perde così e i giovani si arrabbiano, avere questa mentalità aiuta a maturare e crescere più velocemente”.
Ha ricevuto tanti attestati di stima, lo stesso Ranieri ha parlato molto bene di lei. Si vede a Como a lungo? “Io non so niente, so solo che vado ora al pullman a vedere e rivedere la partita, per dare il messaggio giusto alla squadra e fare una grande partita a Venezia per vincere. Non possiamo sviare l’attenzione dall’obiettivo principale che è la salvezza. Stiamo facendo tante cose bene. Non mi piace parlare di meriti, sono molto esigente con me stesso. Vedo una squadra che per prestazioni meritava di più di quanto ha avuto. Ma manca un pezzettino, ma manca poco”.
Oggi ha giocato in maniera un po’ diversa, con Strefezza a tutta fascia. “La Roma difende 5-3-2, quando una squadra difende così ci sono degli spazi sui quinti e volevamo trovarli per giocare più dentro. L’abbiamo fatto ma potevamo farlo meglio, dobbiamo migliorare. Nico, Perrone, Da Cunha oggi non giravano il corpo e non avevano la postura giusta per vedere il terzino libero. È un processo, io sono il responsabile, vediamo dove arriveremo. In tanti momenti la Roma era un po’ aperta, magari ci è mancato un po’ di coraggio per non perdere la palla, però il mio lavoro piano piano è di farlo vedere”.
Dybala è stato il più pericoloso, avevate studiato qualcosa per lui? “Pericoloso? Non lo so, lo abbiamo controllato molto bene. Lui è un campione del mondo, se lo marchi a uomo e vai anche al bagno con lui, ti fa comunque la giocata decisiva. Sono 20 anni che aspettiamo Messi che sappiamo tutti che va a sinistra ma non lo prende nessuno. Questo fanno i grandi giocatori. Paredes lo controllavamo, stava sempre pressato, Dybala a livello di azioni offensive non ho visto niente, magari sbaglio. Però sì, ha provocato, salta l’uomo, fa il duello 50-50 e ha provocato il secondo giallo di Kempf. Fino a lì grande Como, potevamo anche vincerla”.
Sui cambi e l’inserimento di Cutrone. “La squadra stava giocando bene, avevo visto che potevamo perderla solo giocando in 10. Ho tolto Caqueret e Smolcic che erano ammoniti. Per sostituire Kempf non avevo nessuno e non ho potuto toglierlo. Caqueret stava facendo benissimo, non volevo cambiarlo ma era un rischio. L’arbitro stava tanto tanto col braccio alzato verso di noi, sempre col giallo. Capivo che quando un arbitro è tanto attento ad alzare il braccio con una squadra, il Como in questo caso, era un rischio. Alla fine è toccato a Kempf che è l’unico che non potevo togliere”.