Il tecnico giallorosso dopo l’ennesima vittoria all’Olimpico contro il Como che rilancia ulteriormente la squadra in chiave Europa
Claudio Ranieri non può che essere soddisfatto dopo l’undicesimo risultato utile consecutivo che proietta la Roma in zona Europa in pienissima corsa con Lazio, Bologna, Fiorentina e Milan.

Nel pospartita le parole del tecnico giallorosso in conferenza stampa:
La Roma ha sofferto sul 2-1. “Dovevamo gestire un pochino meglio. Dovevamo portarli sotto ritmo, far girare più la palla cercando il gol della serenità andando in verticale o a imbuto dentro. Non eravamo lucidi però, era la voglia di chiuderla invece l’abbiamo tenuta aperta. Però bisogna fare i complimenti al Como, a volte ci si riempie o no la bocca con il nome dell’avversario. L’avevo detto che saremmo andati dal dentista senza anestesia e così è stato”.
Quando la Roma va sotto reagisce ma sempre in maniera ragionata. Invece quando è avanti non fa lo stesso ragionamento e rischia. “Ci stiamo lavorando, facile da dire ma meno in campo. Con me che grido che gli dico di abbassare il ritmo, non ci si riesce a volte. Loro sanno che io amo andare in verticale, ma in altri momenti bisogna aspettare”.
L’ha vinta lei. “No, l’hanno vinta i ragazzi. Mi dispiace che scriviate queste cose, sono sincero, anche se mi fa piacere. Se non avessi questi ragazzi le partite non si riprenderebbero. Dovbyk l’ho rivisto oggi, Saelemaekers era stato male non aveva i 90, Soulé sapevo che poteva darmi qualcosa su quella fascia. Il valore aggiunto sono i ragazzi, la panchina, che sto cercando di centellinare. Non è facile cambiare 3-4-5 uomini e continuare a giocare come vorrei che giocasse”.
L’esperimento Soulé-Dybala con Dovbyk l’ha soddisfatta? “L’avevo fatto anche col Napoli, Soulé aveva fatto un grande lavoro su tutta la fascia e aiutava Celik su Neres. Si sacrifica e ha grande qualità. Saelemaekers e Dybala si intende ancora di più, sono più rapidi e frizzanti. Dovbyk aveva gran voglia di calcio, da tanto si allenava da solo, in piscina, di tornare a giocare aveva tanta voglia”.
La Lazio ora è a +4, per voi è uno stimolo? “Lo stimolo ci deve essere dentro di noi a prescindere dagli avversari e dalle altre squadre. Io non sono abituato a promettere ma a lavorare e pretendere il massimo da me e dai miei giocatori. Non ho fatto tabelle. Siamo nel curvone finale e poi ci sarà il rettilineo. Poi spingiamo forte. Se riusciamo a stare attaccati al carro, vero che abbiamo nomi roboanti da affrontare, ma le insidie sono anche col Como che è una signora squadra. Dobbiamo lavorare intensamente durante gli allenamenti, sono punti che potranno esserci utili nel rush finale”.
Fabregas ha cambiato qualcosa, se lo aspettava? “Lui gioca sempre con un quinto o un quarto. Del 4-3-3 lui porta dietro sempre Nico Paz, senza centravanti, con le ali larghe ma una delle due retrocede a fare il quinto. Oggi c’era Strefezza, ce lo aspettavamo”.
Ha visto l’Athletic? Come lo vede? “Sì, l’ho visto. Onestamente non meritava di perdere, ha fatto una grande partita, giocando sempre in verticale andando spesso vicino al pari o alla vittoria. Ha vinto l’Atletico, ma mi aspetto una gara molto vibrante. Affrontiamo la quarta della Liga, il loro bacino di reclutamente giocatori è limitato ma fa sì che abbiano grande tigna, sono uniti. Ma noi ci siamo e vogliamo fare bene, poi vedremo”.
Roma-Como, Mancini: “Che Como. La Coppa Italia ci è rimasta qui”
“Partita tosta, difficile, super complimemti al Como, una delle più difficili della stagione. Avevamo grande difficoltà ad andarli a prendere, sotto di un gol all’intervallo ci siamo detti che era troppo importante vincere. L’abbiamo fatto. Bisogna migliorare nella gestione, a parte col Monza abbiamo sempre fatto un po’ fatica. Ma siamo sulla strada giusta.
Cosa hai sbagliato sul gol? “L’ho riguardato subito all’intervallo. La nostra lettura è stata che nel primo tempo abbiamo fatto cose che non riuscivamo a fare a tutto campo, non la prendevamo mai. Gli abbiamo aperto tanti spazi. La mia lettura del corpo sul passaggio di Perrone che fa un bel passaggio, magari se eravamo più stretti non prendevamo gol. Ci sono anche gli avversari che sono bravi. Riguardandola possiamo solo migliorare. Nel secondo tempo ci siamo messi a combattere”.
Giovedì con l’Athletic: cosa può rappresentare la coppa? “Lo dimostrano gli ultimi anni che teniamo a qualsiasi competizione. La Coppa Italia ci è rimasta qua perché possiamo fare meglio, ci teniamo molto. In Europa abbiamo fatto sempre grandi partite, loro sono cambiati rispetto a prima, anche noi. Da martedì li studieremo, saranno due partite difficili. Il nostro obiettivo dopo un inizio così brutto è il presente, partita per partita. Ogni domenica, ogni giovedì, dare sempre il massimo, sudare combattere, portare a casa i tre punti come stasera”.
Quanto è stato importante il gruppo? “Io non mi stanco mai di dirlo. I veri gruppi si vedono nelle difficoltà, purtroppo le cose andavano male all’inizio ma il gruppo non si è mai disunito. Ci alleniamo tutti al massimo poi il mister fa le scelte. Il gruppo è fantastico, unito, anche prima quando non andava stavamo male. Ora i risultati si vedono ma l’impegno è il solito. Queste partite ci danno coraggio e consapevolezza”.
Come meccanismi difensivi è più forte questo terzetto oppure quello di Tirana con Smalling? “Non posso rispondere, c’era un altro allenatore, situazioni tattiche. Come singoli sono tutti forti, prima e anche ora. Lavorando insieme miglioriamo, io sono stato fortunato a giocare con questi ragazzi”.
Celik ora non sbaglia più un colpo in quella posizione. Poi entra Rensch e fa assist. Ti manca di andare un po’ oltre? “Zeki è un professionista unico, ragazzo fantastico, quella posizione gliel’ho sempre detto che era la sua posizione. Ora sta giocando veramente bene, in difesa è applicato, veloce, difficile da saltare. Io dove mi fa giocare il mister non è un problema, do sempre il massimo. Cambiano le tipologie di partite, ma ci adattiamo”.