Il VAR non è esente da errori per via del suo protocollo: scopri i 5 episodi più significativi di questa stagione, che avrebbero cambiato la classifica di Serie A
Abbiamo analizzato il VAR soffermandoci sui suoi detrattori e sulla possibilità di applicare l’Intelligenza Artificiale. Una delle problematiche che abbiamo riscontrato maggiormente, evidenziata tra gli addetti ai lavori che hanno criticato l’utilizzo della tecnologia, è quella legata al suo protocollo. Il regolamento di base, infatti, spesso è la causa scatenante principale di errori o valutazioni soggettive che possono condizionare le partite.
Il protocollo si basa sulle principali regole di gioco e viene stabilito dall’International Football Association Board. Dal momento della sua introduzione, è stato modificato in pochissime circostanze. Una scelta che ha generato non poche conseguenze, spesso negative, per alcuni bug che si sono verificati ancora tutt’oggi, a distanza di 9 anni dalla sua introduzione.
Per la stagione in corso, abbiamo voluto approfondire il tema del VAR, soffermandoci su 5 episodi che avrebbero potuto cambiare la classifica di Serie A con un nuovo protocollo che ne consenta sempre l’impiego. Circostanze in cui la tecnologia non è potuta intervenire, per via del regolamento, non potendo correggere anche gravi ed evidenti errori.
Iniziamo il nostro focus con un episodio avvenuto lo scorso novembre. Al minuto 7, l’arbitro Feliciani annulla un gol a Dany Mota per un fallo di Bondo su Theo Hernandez. Il centrocampista avrebbe trattenuto il terzino francese a palla lontana. Il direttore di gara, in un primo momento ha lasciato giocare, salvo poi tornare sui suoi passi e fischiare fallo, non convalidando il gol.
Una scelta discutibile nel timing e che, soprattutto, non ha potuto portare all’intervento del VAR perché considerato contatto di gioco valutabile in campo. Nel replay si può notare come Bondo trattiene Theo, ma lo stesso fa il calciatore del Milan con il suo avversario. Un contatto molto leggero, che poteva non essere fischiato, lasciando il gol al Monza. La sfida si è chiusa 0-1 per i rossoneri, ma la rete di Mota avrebbe portato, ipoteticamente, a un iniziale vantaggio dei padroni di casa. Almeno 1 punto perso per il Monza e 2 in più guadagnati dal Milan.
Ancora il Milan protagonista, in quello che si può definire come un mese terribile per il VAR: febbraio 2025. Le prossime tre clamorose segnalazioni sono arrivate tra l’8 e il 15 del secondo mese dell’anno. Una follia pensare che sia avvenuto tutto in una settimana. Questa volta, però, i rossoneri sono finiti sfavoriti dalla decisione arbitrale, che non ha potuto usufruire del VAR.
Facciamo riferimento all’espulsione di Tomori al minuto 55 della gara contro l’Empoli di un mese fa. Il protocollo un po’ cervellotico in questo caso. Il fallo del difensore inglese è evidente ed, essendo già ammonito, meritevole del secondo cartellino giallo con conseguente espulsione.
Quello che insospettisce è la a posizione di partenza di Colombo che subisce il fallo. In quel caso non c’è stata la ricostruzione del fuorigioco semiautomatico perché non era un episodio da VAR. La sensazione, però, era che Colombo fosse in fuorigioco di mezza figura. Paradossalmente, se Tomori fosse stato espulso direttamente per chiara occasione da gol, il VAR sarebbe potuto intervenire. Così invece il VAR non può fare nulla, anche se dovesse accorgersi che il fuorigioco c’è stato. Un caso che ha spinto ulteriormente l’IFAB a discutere degli episodi legati alle seconde ammonizioni. Gara vinta comunque dal Milan, dunque classifica invariata.
Passano solamente 2 giorni ed è l’Inter a sfruttare un errore del protocollo VAR. Nel corso della sfida contro la Fiorentina, Alessandro Bastoni non è riuscito a tenere in campo un pallone che aveva superato la linea di fondo. Questo non per l’arbitro e per il guardalinee, che hanno assegnato subito dopo un calcio d’angolo, dal quale i nerazzurri hanno trovato la rete del momentaneo vantaggio.
Errore gravissimo di La Penna e del suo assistente, ma il protocollo VAR impedisce di intervenire su casi come questi, perché decisione di campo, e il gol resta convalidato. Da citare, però, anche l’intervento della tecnologia per il fallo di mano di Darmian. Secondo diversi ex arbitri, il fischietto La Penna aveva preso la scelta migliore a non assegnare il calcio di rigore in favore della Fiorentina, salvo poi tornare sui suoi passi dopo il controllo al monitor.
Morale? La gara si sarebbe potuta concludere comunque con la vittoria dell’Inter, ma il vantaggio nerazzurro è arrivato sull’episodio del calcio d’angolo che ha condizionato l’intero match. Potenzialmente, almeno 2 punti in meno per la squadra di Inzaghi che si ritroverebbe al terzo posto in questo momento dietro alla coppia Atalanta-Napoli.
Secondo, se non addirittura terzo posto, perché il protocollo VAR ha sfavorito anche l’Atalanta. Nella sfida casalinga contro il Cagliari, si verifica un episodio molto simile a quello citato prima con Dany Mota. Brescianini trova il gol, ma la rete viene annullata per un presunto contatto falloso tra Posch e Caprile. Il VAR non può intervenire perché è una scelta di campo e il risultato resta sullo 0-0.
Al replay si può notare come lo scontro tra il difensore e il portiere appare come un normalissimo contatto di gioco e non come un’ostruzione fallosa, motivo per cui la rete del centrocampista atalantino sarebbe dovuta essere confermata. La Dea avrebbe potuto vincere la partita, che si è invece conclusa in parità. Un finale che ha tolto 2 punti preziosissimi ai nerazzurri, che avrebbero scavalcato proprio l’Inter, e di portarsi in testa a pari punti col Napoli.
Abbiamo voluto lasciare alla fine un episodio che non ha riguardato direttamente la Serie A, ma ha comunque deciso il primo trofeo stagionale. La Supercoppa italiana, ha visto il Milan battere l’Inter, ma la rete del momentaneo 2-1 rossonero non sarebbe mai dovuta arrivare. Questo perché, prima ancora del fallo subito da Leao, dal quale è nata la punizione di Theo Hernandez, non è stato fischiato un fallo su Asllani.
In precedenza, infatti, Morata ha steso il centrocampista interista, ma l’arbitro ha lasciato proseguire. Non essendo arrivato il gol milanista nell’immediatezza, il VAR non è potuto intervenire perché con la successiva punizione è iniziata una nuova azione. Un ennesimo episodio che ha portato a un gol decisivo e sul quale la tecnologia è rimasta spenta.
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