DAZN e Amazon avrebbero potuto cambiare il mondo dello streaming sportivo in Italia, ma la partnership si è presto interrotta: ecco perché
Nell’agosto 2024, DAZN e Amazon annunciano una partnership che sembrava destinata a stravolgere lo streaming sportivo in Italia per tutto il 2025. L’idea era semplice: integrare il servizio DAZN come canale aggiuntivo su Prime Video, dando agli abbonati Amazon la possibilità di tuffarsi nel mondo dello sport con un clic.
Per i tifosi italiani, abituati a rincorrere le partite su più piattaforme, era una promessa interessantissima: un unico hub per Serie A, Serie B, Liga spagnola, basket e molto altro. Ma, come spesso accade, il sogno si è infranto presto e per questo abbiamo deciso di spiegare perché di un’interruzione così brusca e prematura.
Sicuramente inaspettata, dato che solo pochi mesi fa, Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, parlava di un passo strategico, di un modo per portare lo sport a più persone, e i numeri sembravano dargli ragione. Eppure, qualcosa non ha funzionato.
Come detto, tutto è iniziato nell’estate del 2024, quando DAZN e Amazon hanno stretto un’alleanza che prometteva di rivoluzionare lo streaming sportivo in Italia. Da agosto, gli abbonati a Amazon Prime avrebbero potuto aggiungere il canale di DAZN al loro abbonamento, scegliendo tra i diversi pacchetti come Start, Standard o Plus.
Con un unico abbonamento, si aveva accesso alle gare di Serie A, Serie B, Liga spagnola, oltre al Basket, al Baseball e ad alcune sfide di pallavolo. Per incentivare l’adesione, fino al 15 dicembre scorso, era stata persino lanciata una promozione: il piano DAZN Standard a 19,90€ al mese per i primi tre mesi, per poi passare a 44,99€. Tutto inutile, purtroppo.
Ma il sogno si è infranto a gennaio 2025, quando è arrivata la notizia: il canale DAZN su Prime Video sarebbe stato disattivato dal 28 febbraio. La causa? Problemi legati alla misurazione degli ascolti. Per legge, DAZN è obbligata a farsi misurare da un ente come Auditel, ma Amazon ha alzato un muro, rifiutandosi di integrare gli strumenti necessari nella sua piattaforma.
La partnership, che in altri Paesi come Germania, Spagna e Giappone continua a pieno regime, in Italia si è fermata prima del tempo. Le parti non hanno trovato un punto d’incontro e hanno provveduto a rimborsare gli abbonati per il periodo non usufruito. È stato un addio silenzioso, ma che ha lasciato il segno nel panorama dello streaming sportivo italiano.
L’interruzione della partnership ha tolto un aiuto importante agli utenti italiani, che si sono ritrovati a scegliere nuovamente il vecchio metodo con app separate o abbonamenti non sempre economici. Questa esperienza, però, ha comunque aperto gli occhi: lo streaming sportivo può evolversi, e collaborazioni del genere potrebbero tornare, magari con piattaforme diverse o soluzioni tecniche più flessibili.
La speranza, almeno, è questa. Il calo di ascolti per il calcio italiano ha lanciato un allarme e servirà una collaborazione da parte di tutte le istituzioni per tutelare addetti ai lavori e il prodotto originale.
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