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Caso Plusvalenze, da Roma a Milano: gli atti sull’Inter al PM

Ci sono novità legate al club nerazzurri e agli scambi fatti nel 2018 con un’altra squadra di Serie A: ecco cosa sta succedendo

Il caso plusvalenze torna a turbare il calcio milanese e più precisamente quello nerazzurro. E’ il Fatto Quotidiano, riporta CalcioeFinanza, a scrivere come la Procura di Roma abbia inviato gli atti a quella di Milano.

Maglia dell'Inter
Caso Plusvalenze, da Roma a Milano: gli atti sull’Inter al PM (LaPresse) – Calciomercato.it

Il 26 aprile, infatti, sono stati aperti altri fascicoli, dopo la conclusione delle indagini sul club capitolino, per capire le eventuali responsabilità legate ai club con cui i giallorossi hanno effettuati gli scambi contestati, nel periodo che va dal 2017 al 2020.

Sotto la lente di ingrandimento è così finita l’operazione che nell’estate del 2018 portò all’Inter Radja Nainggolan. Contestualmente hanno fatto il percorso inverso, trasferendosi alla Roma i giovani italiani, Davide Santon e Nicolò Zaniolo. La valutazione fatta per il centrocampista belga era di 38 milioni di euro. Una cifra che permise ai giallorossi di mettere a bilancio una plusvalenza di 31,9 milioni.

Dalle cessioni di Zaniolo (valutato 5,7 milioni di euro) e di Santon (10 milioni), la plusvalenza per i nerazzurri fu rispettivamente di 4,2 e 8,1 milioni di euro.

Caso Plusvalenze, la tesi degli investigatori

Attraverso l’informativa finale, redatta dal Nucleo Per della Gdf della Capitale, è possibile leggere la tesi degli investigatori in cui sembra che la contabilizzazione abbia assunto il ruolo non più di mezzo, ma quello (…) di fine.

Nainggolan con la maglia dell'Inter
Caso Plusvalenze, la tesi degli investigatori (LaPresse) – Calciomercato.it

“Vale a dire che col fine di poter contabilizzare una plusvalenza più alta di quella effettiva (…) si decideva di fissare i valori dei calciatori oggetto di scambio a un prezzo diverso da quello che sarebbe stato stabilito se la decisione avesse comportato un incremento della liquidità da impiegare per l’operazione”.

Una tesi che secondo gli stessi investigatori sarebbe confermata dal direttore finanziario della Roma Giorgio Francia, uno degli indagati: “Facendo l’analisi dei contratti, mi ero posto il problema della contabilizzazione. Ho chiesto a colui che firmava il contratto, il dott. Fienga (Guido, ex amministratore delegato, anche lui indagato, ndr), il quale mi ha riferito che le operazioni dovevano essere trattate come operazioni separate, disgiunte l’una dall’al tra”.

La palla così adesso, come detto, passa alla Procura di Milano che valuterà se i nuovi atti provenienti meritano ulteriori approfondimenti.

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