Dopo l’addio alla Juventus, scenari futuri preoccupanti per Thiago Motta: critica durissima all’allenatore e prosieguo della carriera in salita
Il ribaltone si è consumato, la Juventus ha voltato pagina. Da ieri sera, Igor Tudor è il nuovo allenatore bianconero, il croato è stato chiamato al capezzale del club per la parte finale di questa stagione per cercare di salvare il salvabile, puntando al raggiungimento del quarto posto fondamentale per il ritorno in Champions. Dando il benservito a Thiago Motta, attorno al quale la fiducia si era esaurita da un pezzo.

Una decisione in controtendenza con la storia della Juventus, che ben poche volte aveva optato per esoneri a stagione in corso in passato, ma si trattava di un provvedimento evidentemente non più differibile per quella che era la situazione. Tudor cambierà impostazione tattica per la Juve, cercando laddove possibile di ‘normalizzare’ la situazione in campo e nello spogliatoio dopo la confusione emersa in maniera eclatante negli ultimi tempi. L’ambiente saluta sui social con favore l’esonero di Thiago Motta e anche dagli addetti ai lavori arrivano critiche pesanti nel giudicare la sua esperienza torinese, sulla quale c’erano grandi aspettative ma che si è risolta in un fallimento totale.
Thiago Motta affonda, l’attacco di Pavan: “Ora potrà allenare forse solo squadre di metà classifica”
Su ‘Tuttosport’, l’editoriale di Andrea Pavan demolisce senza mezzi termini Thiago Motta, ipotizzando che questa possa essere una macchia indelebile e determinante in negativo per la sua carriera.

“Fino a qualche mese fa si guardava a Thiago Motta come a un mix dei migliori Guardiola, Mourinho e Van Gaal – argomenta Pavan – Ora è un allenatore esonerato con le peggiori contumelie come nemmeno quelle riservate ad Allegri. Ma soprattutto adesso ti chiedi: chi potrebbe mai assumerlo dopo un disastro del genere? Potrebbe allenare forse solo una squadra di metà classifica del campionato francese o portoghese, lì dove vincere non sia un ossessione, magari come vice, per imparare il mestiere. La Juventus non aveva mai preso uno sfondone simile nella sua storia. Questa storia si conclude per una morale, non solo per Motta e per la Juventus, ma per tutti: smettiamola di considerare gli allenatori dei guru“.