La Juventus presenta il nuovo allenatore: le dichiarazioni del tecnico croato in conferenza stampa
La Juventus riparte da Igor Tudor dopo il ribaltone in panchina con l’esonero domenica scorsa di Thiago Motta.

All’allenatore croato il compito di risollevare la squadra bianconera e centrare l’accesso tra le prime quattro in campionato per la qualificazione alla prossima Champions League, fondamentale per il progetto sportivo della ‘Vecchia Signora’. Tudor interviene dalla sala conferenze dell’Allianz Stadium per la presentazione come nuovo allenatore della Juve: “Darò tutto e farò un lavoro giusto. Sono emozionato perché la Juventus è un club che tutti vorrebbero allenare. C’è la voglia di fare bene, di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Credo tanto in questa squadra: c’è poco tempo di lavorare, ma nella mia vita non ho mai cercato scuse”.
Sul rilancio di Vlahovic: “È fortissimo, sono felice di allenarlo. È speciale e ha tutte le doti che deve avere un giocatore di prima classe: sono fatti e non parole. Abbiamo parlato e ha voglia di ripartire. Vlahovic e Kolo Muani possono giocare insieme, si può fare tutto anche perché ho a disposizione giocatori forti”.
Sul ruolo di Koopmeiners e Yildiz: “Sono due giocatori con caratteristiche rare, quando hai calciatori forti è facile trovargli una collocazione in campo. Il mio compito è quello di fare rendere al massimo ogni giocatore”.
Sull’umore della squadra dopo l’esonero di Motta e il momento complicato: “I ragazzi erano dispiaciuti del cambio, quando un allenatore va via la responsabilità è anche loro. Allo stesso tempo, però, ho visto la squadra molto motivata e con grande voglia di ripartire”.
La presentazione di Tudor: “Il capitano sarà Locatelli”. Il retroscena su Thuram
Sulla fascia da capitano ecco la scelta di Tudor: “Dobbiamo andare tutti nella stessa direzione e ognuno deve responsabilizzarsi. Il capitano sarà Locatelli: è il profilo giusto e ha le doti anche umane per farlo“.

Sul possibile cambio di modulo e la filosofia del suo calcio: “Bisogna trovare l’assetto giusto in base ai giocatori che hai a disposizione. Ho giocato con la difesa a tre, a quattro, con pressing a zona o a uomo. L’importante è toccare i punti giusti, oltre alla voglia e allo spirito che la squadra mette dentro il campo. L’allenatore deve trasmettere queste cose ai suoi ragazzi. Mi piace fare un gol in più dell’avversario, però non devi rinunciare a niente e dare sempre equilibrio”.
Sul DNA bianconero: “Quando sei alla Juve non frega niente a nessuno se sei giovane o vecchio, devi sempre vincere e crescere in fretta. La Juventus è una società che fa le cose per bene, scegliendo le persone giuste. Anche la cultura del lavoro qui è fondamentale: me l’hanno trasmessa campioni come Del Piero, Zidane e Montero“.
Infine un simpatico retroscena su Thuram: “Ieri ho sentito papà Lilian, ho giocato insieme a lui qui alla Juve e mi ha detto che se Khephren fa qualcosa di sbagliato di dargli subito uno schiaffo (sorride, ndr). È un ragazzo umile ed educato, lo conosco dai tempi di Nizza e per noi è un giocatore importante”.