Il difensore esce allo scoperto: “Non so perché sia successo, sono cose personali e valutazioni che fanno gli allenatori”
Gasperini è un allenatore molto divisivo. Proprio per questo non è certo la prima volta che un suo giocatore, attuale oppure ex, decida di scagliarsi contro di lui. Anche molti anni dopo…
L’ultimo a farlo, ma non l’ultimissimo, è quell’Alessandro Bastoni che il tecnico dell’Atalanta fece debuttare in Serie A a soli 17 anni nel match contro la Sampdoria vinto 1-0. “Dopo l’esordio venni buttato nel dimenticatoio – ha detto senza mezzi termini il difensore dell’Inter a ‘Cattelan Supernova’, ricordando la prima esperienza in massima serie – Non so perché sia successo, sono cose personali e valutazioni che fanno gli allenatori. Ma andare via dall’Atalanta è stata la mia salvezza“.
Il vero ‘Pippo Baudo’ di Bastoni, cioè chi ha davvero creduto in lui, è stato Antonio Conte, come per stessa ammissione del classe ’99 di Casalmaggiore: “Sì, lui… Ricordo che feci la guerra per andare via, visto che avevo davanti Godin, Skriniar e de Vrij. Però il mister mi chiese di restare e una volta che ho giocato, poi non sono più uscito”.
Il legame con l’Inter di Bastoni nasce da lontano: “Mio papà mi ha trasmesso la passione per l’Inter. Ero a letto e ricordo che guardava la finale (quella col Bayern in Champions nel 2010, ndr). Ho fatto undici anni di Atalanta e nei vari tornei affrontavo sempre l’Inter, per questo non mi stava tanto simpatica perché giocavo per la mia squadra. Ma quando sono arrivato all’Inter, be’ è stato il massimo. Se nello spogliatoio c’è un po’ di nonnismo? Nello spogliatoio nostro parla molto Lautaro e ogni tanto Barella, ma non c’è nonnismo – ha risposto Bastoni in conclusione – Parliamo tutti quando è il momento opportuno”.
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