È finita dopo pochi mesi l’avventura del tecnico sulla panchina bianconera: l’italo-brasiliano è tornato a parlare dopo l’esonero
Torna a parlare Thiago Motta dopo l’esonero dalla Juventus. Un binomio nato sotto grandi propositi la scorsa estate, ma terminato in pochi mesi tra risultati negativi e frizioni all’interno dello spogliatoio.

L’allenatore italo-portoghese, che con la ‘Vecchia Signora’ aveva firmato un contratto triennale, racconta le sue verità nell’intervista al ‘Corriere della Sera’: “Sicuramente sono deluso perché non è andata come speravamo, soprattutto in Coppa Italia e Champions. Però non sono d’accordo quando sento parlare di fallimento: il nostro lavoro è stato interrotto quando eravamo a un punto dal quarto posto in classifica che era, a inizio stagione, l’obiettivo prioritario. Quando ho accettato questo incarico sapevo che sarebbe stato un progetto fondato su una profonda rivoluzione della squadra, sul suo radicale ringiovanimento. So benissimo che, in squadre del livello della Juve, bisogna vincere. Il progetto non è sicuramente andato come volevamo o come avevamo immaginato. Servivano più tempo e meno infortuni”, spiega Thiago Motta.
Sul rapporto con la squadra: “Chi dice che lo avevo lo spogliatoio contro è un bugiardo. Sono cose inaccettabili, non è vero. Mai nessuno con cui ho lavorato, in carriera, ha detto pubblicamente di avere avuto problemi con me. Alla Juve avevo un ottimo rapporto con tutti i miei giocatori dal punto di vista professionale e umano. I social alterano la realtà: oggi tutto quello che non si dice pubblicamente sembra non esista, non sia vero. Invece per me sono veri e importanti i messaggi ricevuti dai giocatori in via privata. Cosa che è stata fatta da tanti di loro”.
Thiago Motta chiarisce poi su Giuntoli: “Mi ha detto che si vergognava di me? Non ho mai avuto la conversazione di cui si è scritto, mai. E mai ho avuto un litigio con il direttore, mai. Abbiamo parlato di come migliorare la squadra, come sempre, e lo abbiamo fatto con chiarezza e onestà, anche con opinioni diverse, come sempre si fa. Sono proprio queste bugie che non intendo lasciar passare. Sono sempre stato in sintonia con il direttore per la definizione della rosa”.
Thiago Motta, la rottura con Danilo e il rapporto con Vlahovic: “Dovevamo ringiovanire la rosa”
Si passa ai singoli e la rottura con Danilo: “Stavano emergendo altri giocatori come Savona, che avevo visto molto bene. Era una concorrenza importante che Danilo ha sempre accettato nel miglior modo possibile. È stato un rapporto normale tra un giocatore e un allenatore. Poi è finito. Va detto che obiettivo e compito del club erano anche ringiovanire la rosa“.

Su Vlahovic, finito ai margini dopo l’arrivo di Kolo Muani: “È un ragazzo intelligente, capace di discutere e condividere le scelte. Il rapporto con lui è stato buono, ma allo stesso tempo è normale che pesi il fatto di scendere in campo o no. Dusan quando non ha giocato non era felice, ma ha avuto sempre rispetto per le mie scelte”.
La fiducia per Koopmeiners invece non è bastata: “Secondo me Koop è stato caricato fin da subito di troppe attese. Ha pesato il costo molto alto del suo acquisto. In questi casi le aspettative aumentano e gravano più di quanto si pensi sul giocatore. Però sono sicuro che saprà fare sempre meglio perché è un giocatore di alto livello”.
Thiago Motta chiarisce poi su Yildiz e la frase su Messi: “Questa cosa non è mai successa. Quando non l’ho schierato è perché volevo salvaguardarlo. Credo che Yildiz avrà un futuro da protagonista perché, al di là del suo talento, è un campione come ragazzo. Ha un potenziale enorme e con questa mentalità avrà un futuro importante”.
Infine un retroscena su Bremer: “All’inizio della stagione, quando si parlava della sua cessione, ho chiesto alla società che restasse con noi. Gleison è un giocatore fondamentale ed è chiaro che senza di lui tutto è stato molto più difficile”.