Raffaele Palladino, dal campo alla panchina: una futura promessa sbocciata in un vero protagonista. La storia del tecnico che rappresenta una nuova era
Nel cuore di Mugnano di Napoli, tra i vicoli dove il pallone è più di un gioco, nasce Raffaele Palladino. La sua è una storia di un talento che ha affrontato sacrifici per vivere i campi di Serie A, prima da giocatore e poi da allenatore.
Nato il 17 aprile 1984 è ultimo di quattro fratelli, in una famiglia dove il calcio è nel sangue. Suo padre Guglielmo, ex giocatore della Sambenedettese in Serie C, gli trasmette l’amore per il campo. Fin da piccolo, Raffaele tira calci al pallone a Mugnano, nella squadra del suo paese, sognando un futuro tra i più grandi.
E non passa molto tempo prima che il suo talento esploda. Dopo la Salernitana nel 2000, ancora minorenne, lo chiama il Benevento. Prima nelle giovanili, poi, complice una crisi societaria, direttamente in Serie C1. Otto presenze e un gol. Numeri modesti, ma sufficienti per accendere i riflettori.
E questi riflettori rispondono al nome della Juventus, dove arriva nel 2002, dominando nel settore giovanile con gol a ripetizione: 20 nel primo anno di Primavera, 21 nel secondo. La Vecchia Signora, dopo un paio di prestiti alla Salernitana e al Livorno, lo accoglie in prima squadra, e nel 2006-07, in Serie B dopo lo scandalo Calciopoli, esplode. Sono 8 le reti in 25 presenze e c’è anche il suo contributo nel ritorno in Serie A dei bianconeri.
Ma il destino, si sa, ama mettere alla prova. Dopo il ritorno in Serie A, la concorrenza di mostri sacri lo relega in panchina. Passa al Genoa nel 2008, dove firma gol memorabili – come quello di tacco alla Fiorentina – ma un infortunio al ginocchio e un’infezione virale lo frenano. Sono anni difficili: tra Parma, Crotone e Spezia e qualche periodo persino da svincolato, la carriera continua, ma il fisico non regge più. Nel 2019, al Monza, appende gli scarpini al chiodo. Eppure, quella fine è solo un nuovo inizio.
Dopo il ritiro, il Monza gli offre una chance nel settore giovanile. Da collaboratore tecnico guida l’Under 19 per un anno, fino alla svolta, quando nel 2022 diventa tecnico della prima squadra. All’esordio, batte la sua Juventus 1-0, regalando al club la prima vittoria storica in Serie A. Un’impresa da brividi, che lo consacra come stella emergente tra gli allenatori italiani.
Con il suo 3-4-2-1, Palladino trasforma il Monza in una squadra veloce e verticale. La scalata è vertiginosa. In due anni sfiora addirittura l’Europa, mostrando un calcio che fa parlare. Nel 2024 il tanto atteso salto di qualità con la chiamata della Fiorentina, una sfida ancora più grande. E i risultati in campo si vedono, con la squadra che mostra un calcio dinamico e divertente. Al primo anno stende quasi tutte le big del campionato, dimostrandosi un osso durissimo da battere.
Di Raffaele si sa poco, per scelta. Ama tenere la sua vita lontano dai riflettori. È stato legato a Maria Teresa Buccino, sorella della modella Cristina, ma il suo stato sentimentale resta un mistero. Un aneddoto curioso? Silvio Berlusconi, prima di affidargli il Monza, lo interrogò sulla vita privata, curioso di conoscere l’uomo dietro il professionista.
Fuori dal campo, Raffaele vive per lo sport. Studia tattiche, guarda partite, si prepara come un ossesso. “Ridare al pallone ciò che mi ha dato”, ha dichiarato tempo fa, raccontandosi. Nessun gossip su viaggi o lussi. Rimane sotto traccia per migliorarsi ogni giorno.
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