Cesc Fabregas: la storia di un fuoriclasse del centrocampo, che brilla anche in panchina. Il racconto di un predestinato anche come allenatore
La storia di Cesc Fabregas merita di essere raccontata. É quella di un ragazzo spagnolo che, insieme ad altri fuoriclasse, ha rappresentato una generazione di talenti che riscritto il calcio mondiale. Dai campi della Cataluña alla panchina del Como, un viaggio che riporta alla mente ricordi da pelle d’oca e che ha emozionato milioni di tifosi.
Potrebbe non sorprendere nessuno aver visto trasformarsi uno dei centrocampisti migliori della storia, in un allenatore di enorme prospettiva e che sta già facendo intravedere sprazzi di grande calcio in un contesto molto particolare come quello dei biancoblu. Per questo abbiamo deciso di raccontare con un focus, la carriera di un talento sensazionale.
Ma può fenomeno diventare un astro nascente? Sembra un controsenso, eppure è proprio questo il percorso di Fabregas. Prima di arrivare ai giorni nostri, però, è giusto fare un salto all’indietro e tornare al 4 maggio del 1987, quando ad Arenys de Mar nasce il piccolo Cesc. Muove i suoi primissimi passi con un pallone nel CE Matarò tra il 1995 e il 1997 e all’età di 10 anni arriva la chiamata che fa rendere conto a tutti di essere davanti a un predestinato: il Barcellona.
Resta nelle giovanili fino al 2003, facendosi le ossa e maturando. Ancora minorenne si trasferisce all’Arsenal, che un anno più tardi lo fa salire in prima squadra. Da quel momento, scrive la storia dei Gunners con 303 presenze, 57 gol, 95 assist e due trofei, tra cui una Supercoppa d’Inghilterra e una Coppa d’Inghilterra.
Resta in Inghilterra fino al 2011, quando torna a casa, al Barcellona. Con i blaugrana scrive altre pagine di storia, ancora più leggendarie. Lo spagnolo diventa titolare in una delle squadre più forti della storia, quella con Xaxi, Iniesta e Messi (verrà superata solo dalla versione con Busquets e Neymar).
Con i catalani gioca 151 partite, segna 42 gol e firma 50 assist, vincendo una Liga, una Copa del Rey, 2 Supercoppe spagnole, una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club.
Dopo 3 anni ritorna in Inghilterra, sempre a Londra, ma per vestire la maglia del Chelsea. Altre 198 presenze, 22 gol e 57 assist. Con i Blues vince 2 Premier League, una Coppa di Lega inglese e un’Europa League con Maurizio Sarri. Lascia il segno prima del suo addio e conseguente passaggio al Monaco, dove resta per 3 anni prima del suo ritiro al Como di cui diventa in piccola parte proprietario.
Menzione obbligatoria anche al suo trascorso con la Spagna. Con la nazionale segna una parte cruciale della storia recente del calcio, entrando a far parte di un ciclo leggendario che gli ha visto vincere un Mondiale e ben due Europei.
Quando il corpo ha iniziato a rallentare e a far capire che era il momento di appendere gli scarpini al chiodo, Fabregas ha deciso che era arrivata l’occasione perfetta di dare libero spazio alle sue idee. La mente del centrocampista non ha mai smesso di pensare al calcio e in Serie B, da vice, ha affinato la sua tecnica anche in panchina.
Come secondo di Osian Roberts ha visto il suo Como ottenere una clamorosa promozione in Serie A, fino al conseguimento del patentino per diventare lui il primo allenatore. Nonostante qualche scettico, Fabregas ha saputo smentire le voci che lo vedevano incapace di reggere la massima serie, fino a portare il Como ad una salvezza quasi certa.
Ha mostrato un calcio brillante, divertente, dinamico, figlio di quanto appreso come calciatore nella sua storia. Ha valorizzato talenti come Nico Paz o Diao, diventate stelle della squadra. E se, almeno per il momento, il suo futuro sembra ancora al Como, le prestazioni da allenatore hanno attirato anche l’attenzione di top club italiani e stranieri. Il percorso più pronosticabile per una carriera come la sua.
Sposato con Daniela Semaan, conosciuta durante gli anni a Londra, Cesc è addirittura padre di 5 figli. Come per molti, la famiglia è il suo rifugio lontano dai riflettori e dal campo. Molto attivo sui social, è consuetudine vederlo condividere momenti di serenità sul lago di Como, che lo mostrano come un uomo molto semplice nonostante tutti i trofei vinti in carriera.
Tra i suoi hobby conosciuti, la passione per la moda. Spesso lo si vede indossare outfit di un certo tipo, con l’eleganza che riflette il suo stile che aveva anche in campo. Ama anche il golf, lo usa come modo per rilassarsi lontano dal cuore pulsante degli stadi. E poi c’è la beneficenza. Fabregas sostiene da anni progetti per i bambini, soprattutto quelli legati alla Fundaciò Barcelona. Oggi Cesc si gode la bellezza dell’Italia, sognando di alzare titoli, come fatto con la t-shirt addosso e il pallone tra i piedi.
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