La Juventus si appresta a vivere una sessione di calciomercato all’insegna della sostenibilità economica. La società bianconera sta affrontando un difficile momento di passaggio, tra vicende extra-campo e conti da far quadrare
La mancata qualificazione alla Champions League comporta degli strascichi importanti. Le strade per dare ossigeno ai conti sono principalmente due: abbassare il monte ingaggi e lavorare scientemente alle cessioni.
Nessuno è incedibile, o quasi. Questo il dogma in casa Juve. Non sono sul mercato Fagioli e Danilo, per motivi differenti. Tutti gli altri sono potenzialmente in uscita, chi più, chi meno. Certo, per fare un esempio, difficile pensare che Perin possa lasciare la Juve, ma un’offerta importante sarebbe comunque presa in considerazione.
La Juventus ha necessità di sistemare i conti che, già non felici prima, hanno ricevuto un duro colpo a causa della mancata qualificazione in UCL (a causa della penalizzazione certo, ma questa è un’altra storia…). Servono tra i 120 e i 140 milioni di euro per fare respirare le casse bianconere. Su tutti ci sono sempre in uscita gli “inglesi”: si parla di Zakaria, Arthur e McKennie, più Kulusewski.
Sullo svedese, la strada sembra ben avviata anche se il Tottenham non ha esercitato il diritto di riscatto. Piccolo sconto alla cassa insomma, ma il 2000 per 30 milioni può restare nel nord di Londra. Sugli altri tre la Juventus sta lavorando, ma non è semplice. Per lo statunitense qualche offerta c’è, piace al Galatasaray e potrebbe essere inserito come pedina di scambio per arrivare a Zaniolo. Sul brasiliano la situazione non si sblocca, la Juve guarda ancora in Premier per trovare compratori e la volontà è quella di piazzarlo a titolo definitivo, per recuperare per lo meno 10 milioni. Le parole del suo agente Pastorello lo confermano: “Non è nei piani di Allegri, dobbiamo trovare una soluzione”. Situazione analoga a quella di Zakaria: la richiesta bianconera è di circa 20 milioni e il nazionale elvetico ha mercato sopratutto in Bundesliga, dove ha militato con il Monchengladbach.
Le cessioni dei big: da Chiesa e Vlahovic, fino a Bremer
È fuori discussione che le cessioni debbano partire dai giocatori considerati esuberi e fuori dal progetto tecnico. Quelli sopra elencati rientrano ovviamente in questa categoria.
Per arrivare a una cifra che si avvicini più possibile a 140 milioni, però, la Juventus dovrà privarsi almeno di uno, se non due, big. Così facendo potrebbe contestualmente abbassare il proprio monte ingaggi. A tal proposito, si parta da Chiesa. Il giocatore ha dimezzato il proprio valore, il prezzo del cartellino si aggira sui 40 milioni di euro. Non facile piazzarlo a quella cifra. Le recenti richieste al rialzo per quanto riguarda il proprio ingaggio (si parla di 8 milioni annui) non fanno altro che alimentare le voci sulla imminente cessione e suonano tanto come mossa per forzare l’uscita del figlio d’arte dalla Continassa.
Chi sembra in uscita da tempo è Vlahovic che, reduce da una stagione negativa, ha da tempo scelto di cambiare aria. Il punto dove sta? Semplicemente nelle offerte che non sono arrivate a Torino. La Juventus non chiede meno di 70 milioni (per non produrre una minusvalenza) e questo spaventa le pretendenti, che hanno altresì diversi obiettivi. Il Chelsea e il Bayern pensano a Osimhen, il Real Madrid prima a Kane e ora, nuovamente, a Mbappè. Il serbo non è una priorità, non a quelle cifre.
Chi può avere maggiore mercato è Bremer. In spolvero anche con la nazionale carioca, il brasiliano ha mercato in Premier e può partire in caso di una offerta da 60 milioni. Occhio alla United che, qualora si facesse soffiare Kim dal Bayern Monaco, può virare sull’ex Torino. Infine, un passaggio sui giovani. Iling Jr lo si vuole trattenere, ma una offerta dai 20 milioni in su e le difficoltà di piazzare gli esuberi potrebbero far vacillare le certezze introno al giocatore inglese. Miretti è in bilico, più ipotizzabile una cessione in prestito ma, compresa l’antifona, è facile pensare che una offerta congrua può essere presa in considerazione.
Il mercato della Juventus passa dunque da qui, dalle cessioni in primis. La necessità di “fare cassa” è un imperativo da perseguire e Scanavino, Calvo, Manna ecc sanno bene che senza questa gestione oculata è impossibile ripartire. Cessioni e monte ingaggi, queste le parole d’ordine per la ‘Vecchia Signora’.