Dusan Vlahovic resta sempre tra i possibili partenti della Juventus e arriva la sentenza senza più appello: “Bisogna accontentarlo”
Dusan Vlahovic ancora in bilico tra addio e permanenza. Oggi Paul Pogba ha dato inizio alla nuova stagione della Juventus, domani sarà la volta di Cristiano Giuntoli, atteso a Torino per iniziare la sua avventura in bianconero.
Tra le priorità del nuovo dirigente juventino ci sarà proprio il futuro di Dusan Vlahovic. Il nome dell’attaccante serbo circola da tempo, accostato alle big di tutta Europa, ma finora non si è mai formalizzata l’offerta capace di far cadere in tentazione la società piemontese. Come raccontato da Calciomercato.it, il Bayern si è defilato dalla corsa al calciatore, puntando tutto su Kane con il quale è stato trovato un accordo di massima.
Restano i club della Premier che potrebbero puntare sull’ex Fiorentina ma anche il Real Madrid che deve trovare un sostituto di Benzema che ha deciso di volare in Arabia Saudita. Proprio su Vlahovic arriva una sentenza senza appello: via dalla Juventus.
Calciomercato Juventus, Ravanelli: “Vlahovic poco sereno”
A parlare di Vlahovic è Fabrizio Ravanelli, ex attaccante della Juventus, intervenuto a Calciomercato.it su Tv Play.
L’ex bianconero si è sofferma proprio sul futuro del serbo: “Chi vuole andare via, va accontentato – le sue parole -. Bisogna vedere chi lo sostituirà. Con offerte da 60-70 milioni, la Juve non dovrà farsi sfuggire il sostituto”.
Ma ‘Penna Bianca’ non risparmia una stoccata allo stesso Vlahovic, del quale spesso si dice che non è esaltato dal gioco di Allegri: “Quando un giocatore è bravo, è bravo con tutti. Mica Allegri gli ha detto di sbagliare stop e gol. C’è poca serenità e poca autostima. Quando è arrivato alla Juve – ricorda Ravanelli – era sbruffone e sicuro di sé, andava con cattiveria su tutte le palle. Nell’ultima parte di stagione ha perso le sicurezze, quasi si nascondeva e faceva errori tecnici”.
Dall’attacco al portiere, con il ‘rammarico’ per Donnarumma: “La Juve deve mangiarsi le mani. Prima che andasse al Milan, fece un provino a Torino, io allenavo i ’99. Facemmo la relazione e scrivemmo di prendere quel portiere. A 13-14 anni era già un mostro. Se avesse investito su quel portiere, non la Juve non avrebbe mai avuto il problema del dopo Buffon. Quando venne dissi di non farlo uscire dal centro sportivo”.