Continua la bufera legale per la presunta corruzione del vicepresidente del CTA spagnolo José Negreida, continuata per oltre 17 anni da parte del Barcellona
Secondo l’accusa di Joaquin Aguirre Lopez, titolare di un tribunale investigativo di Barcellona, la squadra catalana, con la collaborazione di alcuni vecchi presidenti come Josep Bartomeu, avrebbe pagato milioni di euro all’ex vicepresidente del Comitato Tecnico degli Arbitri José Negreida.
Un battaglia legale che il Barcellona sta combattendo fin dallo scorso marzo. Il capo d’accusa è corruzione nello sport, per via di oltre 7 milioni di euro versati dal club catalano nelle tasche dell’ex vicepresidente del Comitato tecnico degli Arbitri spagnolo José Maria Enriquez Negreira, in un periodo che va dal 2001 al 2018. La situazione però è peggiorata per i blaugrana a caso di una legge introdotta di recente.
Infatti, come ampiamente spiegato nel “El Confidencial”, da adesso in Spagna “La corruzione è un tipo di reato che non richiede l’adulterazione di soggetti specifici e che prevede pene più gravi del reato di corruzione tra privati finora attribuite”. Insomma, il Barcellona rischia delle sanzioni maggiori rispetto al passato, anche se per ora non sono previsti arresti.
Ad essere sotto indagine, però non sono solamente Negreida e il club catalano, ma anche gli ex presidenti dei blaugrana Josep Maria Bartemeu (dal 2014 al 2020) e Sandro Rosell (dal 2010 al 2014). Joaquin Aguirre Lopez, a capo del “Caso Negreida”, ha accusato il Barcellona per il sospetto di aver ottenuto con i soldi versati “effetti arbitrali desiderati”, danneggiando, conseguenza, tutto il sistema calcistico e sportivo spagnolo.
“Trattamento arbitrale diverso dagli altri club”: ora il Barcellona trema
L’accusa che viene mossa al Barcellona è ben più grave rispetto alla corruzione di pubblico ufficiale per cui era stato indagato il club lo scorso marzo. I blaugrana, secondo Aguirre e il suo tribunale investigativo, hanno creato un sistema di corruzione che smuoveva a loro favore alcune decisioni arbitrali.
Joaquin Aguirre Lopez nella sua accusa ha spiegato che i pagamenti a Negreida e al figlio arrivavano tramite l’utilizzo di società terze collegate al sistema Barcellona. Le tangenti sono iniziate nel 2001 con somme di circa 70 mila euro, arrivando poi alle ultime nel 2018 che superavano i 700 mila, per un totale di circa 7,3 milioni di euro nel corso di 17 anni.
A suscitare l’attenzione di Aguirre è stata anche la tempistica dell’operazione. I pagamenti da parte di queste società terze sono terminate, infatti, quando Negreida ha smesso di ricoprire il ruolo di vicepresidente del CTA spagnolo, di conseguenza il denaro veniva versato “in virtù della carica ricoperta da Negreida”.
“Per deduzione logica”, scrive lo stesso Aguirre, “i pagamenti hanno prodotto gli effetti arbitrali desiderati dall’FC Barcellona, per cui deve essere esistita una disparità rispetto alle altre squadre”.Il club catalano, insomma, sta venendo accusato di un sistema di corruzione ben costruito che è proseguito per anni ai danni di tutto lo sport spagnolo. Ora la palla passa alla Guardia Civil che dovrà stabilire la colpevolezza del Barcellona.