E’ il giorno di Italia-Inghilterra, ma anche quello di Gianluca Scamacca: abbiamo intervistato Rolando Maran, l’allenatore che gli diede fiducia quando era ancora una giovane promessa.
L’Italia di Luciano Spalletti torna a Wembley per strappare punti importanti in ottica qualificazione a EURO 2024. Con l’assenza di tanti attaccanti, il commissario tecnico ha puntato su Gianluca Scamacca.
Il classe 1999 fu lanciato da Maran in Serie A, quando il tecnico allenava il Genoa nel 2020. Allora Scamacca era giovanissimo, ma mostrava un grande potenziale, sfruttato proprio dall’allenatore trentino. Ora all’Atalanta, dopo una parentesi all’estero poco esaltante, il bomber romano ha l’opportunità di giocare sotto gli occhi del commissario tecnico che lo considera un attaccante “top”.
Maran su Scamacca: “E’ un attaccante vero. Pochi hanno le sue caratteristiche”
Maran, si aspettava di vedere Gianluca Scamacca indossare la maglia Azzurra?
“Onestamente sì, Scamacca ha sempre dimostrato grandi qualità. Adesso è nel giro Azzurro ed è uno dei protagonisti, sicuramente ha del potenziale e margini di miglioramento. Non è una sorpresa vederlo in Nazionale”.
Cosa possedeva quel giovane Scamacca che fece il primo gol in Serie A proprio al Genoa, sotto la sua gestione?
“Ha delle caratteristiche da attaccante vero. Aveva la necessità di lavorare lontano dalla porta, ma in area di rigore aveva e ha delle caratteristiche che pochi hanno. Gioca di destro, di sinistro, è un calciatore completo. All’epoca lavoravamo molto sul discorso dell’attacco dell’area e sui tempi di gioco, cose che ha migliorato tantissimo negli anni”.
Tra gli attaccanti italiani in circolazione (Immobile, Retegui, Belotti, Raspadori, Kean) secondo lei Scamacca è favorito per ottenere un posto all’Europeo 2024?
“Giriamo la domanda a Spalletti, facciamo prima (ride ndr). Ha potenziale, poi il ct saprà cosa deve fare”.
Perché secondo lei l’esperienza in Inghilterra non è stata delle migliori per Gianluca?
Non è sempre facile adattarsi ai campionati nuovi. Molto spesso accade che qualche giocatore straniero arriva in Italia e non riesce ad integrarsi. Poi fa cose straordinarie altrove. Però ci sono delle fatalità. Non ha avuto quella continuità che magari ha avuto in Italia.
A proposito di attaccanti, le chiedo di Immobile. Sta vivendo un periodo negativo, anche con la piazza. Cosa deve fare un allenatore in casi del genere, avendo di fronte un capitano e un bomber che ha scritto la storia di un club?
E’ difficile rispondere a questa domanda, perché non c’è bisogno di dare consigli a Sarri. Immobile ha un grande allenatore e Sarri sa cosa deve fare e quale tipo di sostegno dare a Ciro.
Capitolo scommesse: se l’aspettava lo scoppio di questo caos o l’ha sorpreso?
Mi ha sorpreso, sarebbe bello parlare solo di calcio e non di questi aspetti che ora sono in mano agli organi di competenza. Sicuramente è un qualcosa di cui non vorremmo mai parlare.
Lei che ha allenato tanti ragazzi, ha visto mai giocatori giovani che scommettevano su altri sport al di fuori del calcio?
Mai avuto campanelli d’allarme, per fortuna. Sono situazioni molto delicate da gestire.