Mano pesante nei confronti del calciatore che subisce una lunga squalifica: stangata e ritorno in campo soltanto a marzo
La stangata è di quelle pesanti: fuori causa fino al prossimo marzo. La decisione ufficiale è arrivata e non ha certo fatto piacere il protagonista di questa vicenda.
Settimane calde per il calcio italiano, nonostante la sosta per le Nazionali. Non ci si è certo ‘annoiati’ con il caso scommesse scoppiato improvvisamente e non ancora andato in archivio. Mentre Fagioli ha iniziato la sua squalifica di sette mesi, ci sono campionati che non si sono mai fermati e nei quali gli episodi da raccontare non sono mancati.
Ne è un esempio ciò che è accaduto nel corso della sesta giornata del Girone B di Promozione siciliana, disputatasi nello scorso fine settimana. La partita che ha fatto discutere è quella tra Atletico Messina e Nuova Rinascita Patti. Gli ospiti hanno avuto la meglio per 2-1 con la doppietta di Spinelli che ha reso inutile la rete di Calapaj per i padroni di casa.
Una sconfitta che non è andata giù all’Atletico Messina, ultimo in classifica con tre punti conquistati in sei partite. Il finale di gara è stato all’insegna delle tensioni con espulsioni e insulti al direttore di gara.
Stangata dopo spinta all’arbitro: squalifica fino a marzo
Quanto accaduto sul terreno di gioco nel corso di Atletico Messina-Nuova Rinascita Patti ha avuto conseguenze nelle decisioni poi del giudice sportivo.
Stop fino al 5 novembre per Raffaele Farina, dirigente della società ospitante, “per grave contegno irriguardoso nei confronti di ufficiali di gara”. Ancora peggio è andata al calciatore dell’Atletico Messina Paolo Conti che è stato squalificato fino al prossimo 15 marzo 2024, quando mancheranno soltanto tre partite alla fine del campionato. Una stangata dovuta all’espulsione ma soprattutto ha quando accaduto dopo aver ricevuto il rosso.
Come si legge nel comunicato del giudice sportivo, infatti, Conti è stato sanzionato “per grave condotta scorretta; nonché per avere spintonato con il proprio corpo l’arbitro, facendolo indietreggiare dopo l’espulsione”.