La Juventus, le scommesse, Mancini: Alessandro Del Piero racconta la sua visione sul calcio moderno e quello passato con qualche frecciata
“Non mi sentirĆ² mai lontano dalla Juventus”. Alessandro Del Piero non cancella i 19 anni in bianconeri e ribadisce che quella juventina ĆØ la sua casa.
Lo fa nel corso di un’intervista al ‘Corriere della Sera’ in cui racconta la sua visione sul calcio moderno. Ovviamente c’ĆØ tanta Juventus ed allora non si puĆ² prescindere dal racconto del suo rapporto con la societĆ e dal non essere in societĆ attualmente: “Per il mio percorso, per gli anni in cui abbiamo condiviso tantissime gioie ma anche il momento piĆ¹ buio della Serie B, con la Juve ho costruito un rapporto speciale – ha affermato -. Mi chiedono perchĆ© non torno, ma io non devo tornare, non sono mai andato via. Oggi non lavoro lƬ – magari in futuro le cose cambieranno, chi lo sa? – ma non mi sentirĆ² mai lontano. Una parte del mio cuore ĆØ lƬ e lo sarĆ per sempre”.
Sul momento della Juve, Del Piero invece aggiunge: “In bianconero sei sempre sotto pressione. La societĆ ĆØ un punto di riferimento, non solo per i tifosi bianconeri. Ć molto di piĆ¹ di una squadra di calcio”. L’ex 10 bianconero spiega che ora ĆØ in corso un “riassestamento” e “da tifoso mi auguro che le scelte fatte siano corrette perchĆ© speriamo di tornare a vedere una Juve che possa dire la sua non solo in Italia, ma in Europa”.
Scommesse, Del Piero: “Cose difficili da comprendere”
Impossibile non parlare anche del caso scommesse, sul quale Del Piero ha un pensiero molto chiaro.
“L’argomento ĆØ grande e complesso, sono cose per me difficili da comprendere. Lo sport deve bastare. Per me esisteva solo il campo, con regole precise su droghe e scommesse. Non avrei fatto nulla che potesse rovinare il mio sogno”.
Infine sul calcio saudita Ā e l’approdo di Mancini in Arabia: “Il mondo saudita ha la volontĆ di dire la propria sul campo: hanno fondi incredibili e questo aiuta. Delle volte ĆØ difficile dire no, delle altre ci si puĆ² riuscire. Su Mancini, posso dire che – vivendo tanto all’estero – in generale abbiamo fatto una brutta figura”.