Un post sui social lo mette nei guai: rischia una lunga squalifica, c’è un precedente che non lascia tranquilli
Voleva essere un post per elogiare un proprio compagno di squadra, si è trasformato in un boomerang che lo mette a rischio squalifica.
I social vanno maneggiati con attenzione e ora se n’è reso conto anche Alejandro Garnacho, 19enne attaccante argentino in forza al Manchester United. Il sudamericano era già balzato agli onori delle cronache per quanto fatto durante il match di Champions contro il Copenaghen.
Quando l’arbitro ha fischiato il rigore a favore dei danesi, infatti, Garnacho ha agevolato il compito del suo portiere Onana, scavando una buca sul dischetto del rigore. Un trucchetto non certo nuovo, ma che ha funzionato alla perfezione visto che l’ex Inter ha neutralizzato la conclusione di Larsson in pieno recupero con il punteggio di 2-1 per i Red Devils.
Una parata che è valsa tre punti d’oro per la formazione di ten Hag che è così rimasta in corsa per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions. Giusta quindi la gioia finale di tutti i calciatori, compreso Garnacho che ha voluto esternare la sua felicità con in post dedicato proprio a Onana, l’eroe del match.
Manchester United, post su Onana: Garnacho rischia la squalifica
Garnacho ha così utilizzato una foto che lo ritraeva mentre esultava insieme ad alcuni compagni di squadra, tra i quali lo stesso Onana. Ad accompagnare l’immagine però, l’argentino ha aggiunto anche due emoticon che raffiguravano un gorilla, un riferimento che in Inghilterra ha una connotazione razzista.
Da qui la polemica, nata sui social e che ha spinto il calciatore prima ad eliminare le emoticon del gorilla, quindi a cancellare completamente il post. Forse però questo suo pentimento non lo salverà da una squalifica, visto la severità della Football Association su casi del genere.
Tre anni fa, ad esempio, Cavani fu squalificato per tre giornate, con un’ammenda di 100mila sterline, per aver utilizzato su Instagram il termine ‘negrito’ in risposta ad un amico. A nulla valsero le spiegazioni del matador e le sue scuse: la FA usò il pugno duro e fermò per tre turni l’ex Napoli, anche lui allora al Manchester United.