La sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla Superlega continua ad animare il dibattito: la Juventus può alzare la voce
Anche nelle vacanze natalizie, quest’anno, partite a ritmo serrato. Ma a tenere banco sono anche le vicende extra campo. Solo negli ultimi giorni, due eventi non da poco: la decisione del governo di far decadere il Decreto Crescita da gennaio senza proroga fino a febbraio, influenzando così il calciomercato, e, poco prima, quella della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha riaperto la questione Superlega.
Uefa e Fifa non possono detenere il monopolio delle competizioni calcistiche, questo il senso del dispositivo dei giudici. Che non vuol dire che la Superlega si farà di certo, ma la possibilità esiste e intanto la società A22, che gestisce il progetto, ha già apportato dei correttivi al format originale, per renderlo più consono ai dettami della Corte.
La battaglia, d’opinione e non solo, tra i due opposti schieramenti, però, è ripartita. La FIGC ha alzato la voce dichiarando che chi aderirà alla Superlega non potrà iscriversi al prossimo campionato. A questo punto, si attende di capire che cosa farà la Juventus, che ai tempi della presidenza Agnelli era stata la più ferma sostenitrice del progetto, in Italia.
Juventus, la ‘minaccia’ alla FIGC: “Non si può restare in silenzio”
Qualche mese fa, la nuova dirigenza juventina aveva dichiarato di non voler perseguire la sua adesione alla Superlega. Ma adesso, a John Elkann si chiede una scelta di campo differente. Il giornalista Marcello Chirico, di ‘7Gold’, sprona il numero uno di Exor con le sue affermazioni.
“La FIGC è tornata a minacciare – ha spiegato Chirico – Si confermano metodi dittatoriali, fin qui Elkann ha taciuto per limitare i danni. Ma adesso, i burocrati di Nyon e Roma hanno meno potere. Avrà il coraggio di minacciare a propria volta di non iscrivere la Juventus al campionato se non verrà tolta quella norma ingiusta? Se lo facesse, avrebbe il sostegno compatto della tifoseria juventina. Anche in Federazione devono imparare a rispettare le sentenze”.