La maxi squalifica è inevitabile dopo il comportamento del calciatore in campo: pugno all’avversario e pallone contro l’arbitro
Una condotta di gara che non può che avere come conseguenza una pesantissima squalifica. Ormai non si contano più le giornate di stop per comportamenti violenti dentro e fuori dal terreno di gioco.
Scene di questo tipo si vedono in qualsiasi campionato e praticamente ogni domenica, senza che le inevitabili sanzioni arbitrali e della giustizia sportiva le riescano ad evitare. Un esempio arriva dal campionato di prima categoria del Lazio, precisamente dal Girone I della categoria. Il match è quello tra Accademia Frosinone e Vis Sgurgola con i padroni di casa che si sono riusciti ad imporre con il punteggio di 2-0.
Tre punti fondamentali visto che le due compagini sono in lotta per la salvezza: con la vittoria l’Accademia Frosinone sale al penultimo posto e accorcia proprio sugli avversari, terzultimi, che sono avanti ora di due punti. A far salire il match agli onori della cronaca è il comportamento di Alessandro Troise, calciatore della Vis Sgurgola.
Prima Categoria, pugno all’avversario: oltre sette mesi di squalifica
Troise, stando al comunicato del giudice sportivo, si è macchiato di un comportamento violento. È stato, infatti, espulso dall’arbitro per aver colpito con un pugno un avversario.
Non contento, quando il direttore di gara gli ha mostrato il cartellino rosso, il calciatore della squadra ospite ha tirato il pallone contro l’arbitro con “intenzionalità, aggressività e volontà di raggiungerlo senza tuttavia colpirlo”. Nel lasciare il campo poi ha anche rivolto all’arbitro espressioni minacciose.
Un comportamento che il giudice sportivo ha voluto punire in maniera pesante: Alessandro Troise è stato così squalificato fino al 26 agosto 2024. Oltre sette mesi di stop inflitti al giocatore che ha chiuso qui la sua stagione.