Il Napoli chiude la partita contro la Salernitana con tre ammonizioni e due…gialli: ecco le mosse di Mazzarri così esplicative.
Vittoria sofferta al Maradona, tana degli incubi di questa stagione da Campioni d’Italia. Mazzarri tira un sospiro di sollievo dopo il 2-1 di Rrahmani. Si gode la vittoria e non pensa neppure alla Supercoppa. Troppo lontana per ora. Bisogna riordinare le idee e ritrovare il sorriso.
I tre punti conquistati nel derby possono essere un punto di svolta. Tocca ai calciatori ora decidere se questa vittoria sarà la famosa rondine che non fa Primavera o sia l’inizio della rimonta disperata per il quarto posto in Champions League. E Mazzarri nel frattempo ha lanciato un messaggio chiaro alla società. Le sue scelte tattiche non sono passate inosservate e sono piuttosto esplicative. Tre cambi in tre slot. Nell’era delle cinque sostituzioni è quasi un delitto non sfruttare tutte le carte a disposizione. Eppure il mister ha preferito così, riuscendo a strappare una vittoria un po’ casuale nel finale. E queste tre sostituzioni fatte in tre momenti diversi provocano una riflessione profonda sul mercato del Napoli: Ostigard e Lindstrom non fanno parte dei piani di Mazzarri.
Ostigard e Lindstrom sono un caso: niente spazio con Mazzarri
Il difensore norvegese è stato argomento di discussione alla vigilia della partita contro la Salernitana. Al mister è stato chiesto perché non giocasse e la risposta può essere una sola: per scelta tecnica. Ostigard è finito anche tra le pedine sacrificabili di questa sessione invernale. Era stato inserito nell’affare Dragusin, poi saltato e mai entrato troppo nel vivo a causa della presenza del Tottenham. In ogni caso, nel finale contro la Salernitana poteva essere piuttosto utile, visto il suo fondamentale di testa. Luciano Spalletti apprezzava queste qualità: diceva di non aver mai visto nessun altro giocatore più forte di Ostigard nel colpo di testa. E i numeri l’hanno confermato.
Mazzarri, però, ha preferito fare altre scelte e mantenere quell’assetto tattico. Non a caso, ha lasciato in panchina Lindstrom. Un mistero irrisolto della sessione estiva e della gestione Garcia. Il danese è stato acquistato per sopperire il vuoto lasciato da Lozano. Ma in realtà, il Napoli ha fatto male i conti, perché l’ex Francoforte ha dimostrato di avere tutt’altre caratteristiche. Nonostante per la sua Nazionale giochi su tutto il fronte della trequarti (da ala o seconda punta), Jesper in Serie A fatica a mettersi in mostra da esterno alto. Oltretutto è incappato nell’anno migliore di Politano: insostituibile.
Nel momento di crisi, sul risultato fermo sull’1-1, l’allenatore toscano ha preferito inserire Demme (dichiaratamente fuori progetto da almeno due stagioni) e Zerbin (pronto a lasciare il Napoli nei prossimi giorni). Lindstrom, all’ingresso del compagno tedesco, ha chiaramente compreso la bocciatura del suo mister. Sarà difficile, però, motivare a fine stagione perché un calciatore costato 30 milioni di euro sia stato scelto per giocare in un ruolo non proprio.
Nel 4-3-3 di Mazzarri non c’è spazio per Lindstrom. Solo 129 minuti da quando è andato via Garcia. Il tecnico ha ribadito più volte che non cambierà modulo e quando modificherà l’assetto tattico in corso d’opera, come successo contro la Salernitana, preferirà inserire ali pure sulle fasce anziché trequartisti adattati. Da capire se la dirigenza proverà a dare un nuovo vice-Politano nei prossimi giorni o chiederà all’allenatore di stringere i denti e trovare nuove soluzioni, adattando in casi di emergenza anche Raspadori a destra.