Aggressione al direttore di gara mentre parlava con l’allenatore. La dichiarazione autoaccusatoria ribalta tutto
L’arbitro ha commesso un errore, un errore grave che ha portato a due decisioni pesantissime.
Poi, però, è avvenuta la retromarcia. Ha sbagliato persona e così tutto si è ribaltato. Parliamo di Taulantet-Promano, gara di seconda categoria umbra giocata il 22 ottobre scorso (finita 2-2) e che ha fatto molto discutere per l’inibizione di quattro anni (fino al 31 dicembre 2027) comminata al dirigente del Promano, ovvero Mirko Calderini, accusato dall’arbitro (recatosi poi al pronto soccorso) di averlo colpito al collo dopo il triplice fischio finale e mentre parlava con l’allenatore dei padroni di casa.
Dopo due giorni, la sentenza è stata integrata con una penalizzazione di 2 punti al Promano. Il quale ha immediatamente presantato ricorso, evidenziando come si fosse trattato di uno scambio di persona.
Alla fine la Corte d’Appello ha dato ragione al club, accettando il ricorso. In tal senso è stata decisiva la retromarcia del direttore di gara. Con una identificazione fotografica e una dichiarazione autoaccusatoria, entrambe avvenute presso la Procura della Federcalcio, il fischietto ha riconosciuto il reale autore dell’aggressione. Non si trattava di Calderini, ma di un ‘tifoso’ del Promano. Così, in un sol colpo, è stata revocato la squalifica al dirigente e la penalità alla società umbra.