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UFFICIALE: arbitro di Serie A si dimette e attacca l’AIA

L’ormai ex direttore di gara ha rassegnato ufficialmente le dimissioni all’associazione arbitrale

La bufera che ha colpito il mondo arbitrale nelle ultime settimane, in seguito alla denuncia anonima di un arbitro italiano ancora in attività, ha colpito un primo bersaglio. Nelle scorse ore, infatti, sono state rassegnate ufficialmente le dimissioni da parte del direttore di gara.

Gianluca Rocchi al telefono
Gianluca Rocchi (LaPresse) – Calciomercato.it

Stiamo parlando di Eugenio Abbattista, 41enne della sezione di Molfetta con 158 presenze in Serie B e qualche apparizione anche in Serie A.  L’ex arbitro, infatti, ha deciso di chiudere qui la sua attività dopo essere stato coinvolto all’interno dello scandalo: “Scendere da un treno in corsa è rischioso. Scendere da un treno impantanato nel puzzo del pregiudizio, del vittimismo, dell’ingrata non memoria storica è la scelta più sensata che potessi fare”.

Nel comunicato inviato alla Federazione, ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a dire addio dopo undici anni di attività come arbitro CAN: “Lo faccio come ho fatto per il terreno di gioco, ringraziando per il dono e l’opportunità. Ora la mia priorità è difendere la mia immagine professionale e manageriale, la mia famiglia e dare un insegnamento ai miei figli, che se hai la coscienza pulita sei sempre libero delle tue azioni e deliberazioni”.

Aia, Abbattista si dimette: “E’ una necessità personale”

Abbattista era entrato nel mirino dell’inchiesta portata avanti da ‘Le Iene’ per essere stato salvato tre stagioni fa da un verbale che gli ha risparmiato la retrocessione in categorie minori.

Eugenio Abbattista
Eugenio Abbattista (LaPresse) – Calciomercato.it

Un verbale che, stando alle parole dell’ex responsabile dei valutatori Emidio Morganti, direbbe “cose false”. In attesa di difendersi da ogni accusa, Abbattista ha lanciato una provocazione prima di congedarsi dal ruolo di arbitro: “Non è una protesta la mia, tutt’altro. È una necessità esclusivamente personale e di amor proprio. Con le mie dimissioni dall’AIA appena rassegnate, ahimè nell’associazione attuale stuprata da mestieranti della poltrona e del voto servono quelle per essere veramente liberi di essere se stessi ed esprimersi. Non avrò bisogno di felpa e cappuccio e faccia annerita per parlare come ha pensato di fare qualcun altro”.

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