Cristiano Ronaldo di nuovo in tribunale: vicenda delicata che riguarda ancora una volta la Juventus, cosa è successo
Un binomio durato tre anni, quello tra la Juventus e Cristiano Ronaldo, che ai bianconeri ha portato importanti successi, ma non quelli che l’ambiente avrebbe sperato. E che dopo la sua dissoluzione ha continuato a essere discusso per tanti motivi.
Una separazione improvvisa, a fine estate del 2021, che ha complicato non poco i piani di quella stagione calcistica per la Juventus. E in seguito alla quale si sono materializzati non pochi problemi per il club, dal punto di vista finanziario e non solo, per una operazione che ha finito col dissanguare le casse societarie. Con la nota vicenda dei famosi 20 milioni di euro che Ronaldo ritiene a lui dovuti dopo il ‘congelamento’ in era Covid e dopo l’addio e per i quali ha citato la Juventus in causa. Ora, CR7 è di nuovo in un’aula di tribunale, ma per una vicenda differente.
Cristiano Ronaldo e le magliette truffa: il portoghese chiamato a testimoniare
CR7, in particolare, è stato chiamato a testimoniare nella vicenda che vede in causa suo fratello, Hugo Dinarte Santos Aveiro, di 45 anni, e la Pegaso, una azienda torinese produttrice di gadget sportivi.
Come ricostruito da ‘La Stampa’, nel 2019 la Pegaso aveva stipulato un contratto con la Mussara Lda, società tramite la quale il fratello di Cristiano Ronaldo gestiva il merchandising legato al campione. L’accordo prevedeva la produzione di magliette con il marchio Cr7Museu, la firma del calciatore, il nome, il numero, lo scudetto e il colore bianconero. La produzione era stata poi stoppata a seguito dell’intervento dello stesso Ronaldo perché identiche alla disposizione del bianco e del nero nel modello registrato da Adidas. Le magliette già realizzate erano state acquistate poi per quattro euro e rivendute a cifre altissime al Cr7Museu di Funchal. Ecco perché per Hugo Dinarte Santos Aveiro c’è l’accusa di truffa aggravata.
Ma non è finita qui. La Pegaso aveva modificato le magliette ed era tornata in produzione, per poi essere chiamata in causa dalla Juventus, che sosteneva come all’azienda torinese mancassero le dovute licenze per la vendita delle magliette. Ora, la testimonianza di Cristiano Ronaldo potrà servire, forse, per fare chiarezza e ricostruire tutti i passaggi della vicenda.